04 Aug, 2025 - 11:40

Come è morto Franco Califano? Dove è sepolto e cosa c’è scritto sulla sua tomba: la frase iconica

Come è morto Franco Califano? Dove è sepolto e cosa c’è scritto sulla sua tomba: la frase iconica

Nessuna malattia ma un improvviso arresto cardiaco ha stroncato per sempre la vita di Franco Califano. Il Califfo, leggenda delle musica italiana, è scomparso il 30 marzo 2013 a Roma, all'età di 74 anni. Un artista che non ha di certo bisogno di presentazioni: la sua voce iconica e le sue canzoni sono entrate a far parte della storia della musica del nostro Paese. Non tutti però sanno dove è stato sepolto e la frase che ha scelto di far scrivere sulla sua tomba. Un tocco di stile inconfondibile, anche nell'ultimo saluto al mondo. Scopriamo insieme tutti i dettagli sul Califfo.

Franco Califano: la causa della morte e la malattia

Franco Califano si è spento improvvisamente il 30 marzo 2013 all’età di 74 anni, nella sua amata città, Roma. La causa della morte è stata un infarto, e non una malattia, come alcuni pensavano. Il cantautore originario di Tripoli è morto tra le mura della sua villa situata nella periferia sud della capitale, nel quartiere di Acilia.

Il suo medico ha confermato che, pur avendo avuto in passato alcuni problemi di salute e un grave incidente nel 2010 che gli costò la frattura di ben sei costole, il suo decesso non è stato determinato da nessuna malattia cronica. 

Anche nell'ultimo periodo della sua vita il Califfo, così era noto a tutti, ha continuato a cantare e comporre canzoni, dedicando tutte le sue energie al suo amore più grande: la musica. 

Dove è sepolto Califano e la mitica frase sulla sua tomba

Franco Califano è sepolto nel Cimitero comunale di Ardea, località situata sul litorale romano, a sud, vicino al fratello Guido e al nipote Fabrizio, come aveva disposto nelle sue ultime volontà. Una tomba semplice, all'inglese, arricchita da una frase iconica. Sulla lapide del Califfo c'è scritto: "Non escludo il ritorno", parole quasi profetiche, con un pizzico di sarcasmo, dato che sulla tomba non c'è scritta la data della sua morte, come a simboleggiare la possibilità di un ritorno dell'artista. 

La frase è in realtà il titolo della canzone che Califano portò al Festival di Sanremo nel 2005, diventata poi manifesto non solo della sua arte, ma soprattutto del suo spirito ribelle e anticonformista.

Come anticipato prima, la data della morte del Califfo non è stata apposta sulla lapide. Sulla lastra di marmo, oltre alla celebre scritta, porta la dicitura "Il Maestro" e una foto che lo ritrae negli ultimi anni della sua vita.

Il patrimonio e l’eredità artistica

Il lascito di Franco Califano non è solo materiale: non si conosce il valore preciso del suo patrimonio economico, oggetto di diversi gossip in passato, dato che diverse voci parlavano del fatto che il Califfo fosse caduto in rovina. Negli ultimi anni la sua situazione finanziaria sarebbe stata tanto grave da spingerlo a un appello pubblico per ricevere sostegno dalle istituzioni, caduto in disgrazia.
 
La sua arte, le sue canzoni piene di pathos e poesia sono l'eredità più grande di Califano, che con le sue opere ha saputo regalare forti emozioni al pubblico, entrando nella storia dei più grandi cantautori della musica italiana. 

Si stima che in oltre cinquant’anni di carriera abbia scritto più di mille testi, tra canzoni e poesie, vendendo circa venti milioni di dischi in tutto il mondo. Nel corso del suo lungo e fortunato percorso musicale ha lavorato come autore al fianco di alcuni dei più grandi artisti del panorama nostrano come Mina, Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Renato Zero e tanti altri. 

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