Michela Murgia, penna tagliente e mente libera, ha sempre saputo sovvertire le regole. Non solo con i suoi libri e le sue battaglie politiche, ma anche - e soprattutto - nella sua vita privata. Nel cuore della sua esistenza ha creato una "famiglia queer" fatta di legami d’anima, non di sangue.
Ha raccontato questo modello con orgoglio, definendolo "un atto politico" e spiegando: "Perché la volontà deve contare meno del sangue?". Niente formule rigide, niente albero genealogico scolpito nella pietra: la sua era una costellazione di affetti scelti, incollati non dalla genetica ma dalla cura reciproca.
Ecco cosa sappiamo della famiglia scelta da Michela Murgia per amore: chi sono e quanti sono i suoi "figli dell'anima"?
Per Murgia, la famiglia queer è stata una rivoluzione personale e culturale: un nucleo formato da persone che si scelgono, indipendentemente dal legame biologico o dall’orientamento sessuale. E no, non si è trattato di un capriccio, né di una cosa "fatta alla leggera", come d'altronde Michela Murgia non avrebbe mai fatto.
Anzi, ha parlato di "ius voluntatis", cioè il diritto della volontà, come fondamento di questa unione e nei suoi discorsi pubblici e nei suoi scritti, da "Dare la vita" a interviste incendiarie, ha spiegato come questa forma di famiglia potesse abbattere pregiudizi e aprire spazi di libertà. Il simbolo? Una raganella d’argento portata al dito: un animale che cambia pelle e stato, metafora perfetta di legami fluidi e sempre in evoluzione.
I figli biologici Michela Murgia non li ha mai avuti. I suoi erano "figli dell’anima**, quattro persone che hanno condiviso con lei la vita e la quotidianità per anni.
Eccoli, nome per nome:
Sì, i nomi sono cinque, ma il cuore della questione non è la matematica: la famiglia queer di Murgia è stata un sistema solare in cui alcune orbite sono entrate e uscite nel tempo, senza confini rigidi.
Non tutti hanno compreso questa scelta. In un’intervista al Corriere della Sera, la madre di Michela Murgia, Costanza Marongiu, ha confessato:
A due anni dalla scomparsa della scrittrice, il 10 agosto del 2023, la madre ha ammesso di avere ancora molte "cose irrisolte" con la figlia, incomprensioni e quel "non mi hai mai capita" reciproco, che aleggia tuttora:
Parole sincere, che mostrano come anche all’interno degli affetti più stretti ci siano percezioni diverse di cosa significhi "famiglia" e che non sempre riusciamo a comprendere pienamente del nostro stesso nucleo familiare.
La sua idea di famiglia queer non ha escluso un gesto altrettanto fuori dagli schemi: Michela Murgia ha deciso di sposare, poco prima di morire, l’attore Lorenzo Terenzi. Una cerimonia "in articulo mortis", come si dice in latino, non per un colpo di romanticismo, ma per un atto di protezione e riconoscimento reciproco.
Con lui e con i figli dell’anima, Michela ha vissuto un intreccio di ruoli fluidi: madre, moglie, amica, compagna di lotte. Tutto allo stesso tempo.
Michela Murgia non ha lasciato solo libri e interviste, ma anche un’idea radicale di come possiamo costruire le nostre relazioni. Ha mostrato che la famiglia può essere un luogo di libertà e cura scelto consapevolmente, e che la volontà può avere lo stesso - se non più - valore del sangue.
Il concetto di "figli dell’anima" che ha praticato per vent’anni è già diventato un simbolo per chi cerca modelli di vita oltre le convenzioni.