L’inaspettata apparizione di Cate Blanchett nel finale di Squid Game, che ha lasciato i fan sconvolti e ha fatto vibrare le corde della narrazione globale della serie.
In un’intervista a Variety, Blanchett ha raccontato di aver accettato il ruolo quasi “alla cieca”, aprendosi però a nuove possibilità e alla sua presenza in un universo che ritiene magico e magnificamente creato.
Nel frattempo, il creatore Hwang Dong‑hyuk ha chiarito che il cameo era pensato principalmente per l'effetto narrativo – non come lancio ufficiale di uno spin-off USA – pur ammettendo il proprio interesse per eventuali sviluppi oltre-oceano.
Con i sempre più insistenti rumors su un adattamento americano sviluppato da David Fincher e prodotto da Dennis Kelly, il futuro del franchising rimane avvolto nella nebbia, ma decisamente… intrigante. Vediamo i dettagli.
Il finale della terza stagione di "Squid Game" ha lasciato gli spettatori con un colpo di scena tanto inaspettato quanto geniale: un cameo di Cate Blanchett. L'attrice premio Oscar è apparsa nei panni di una misteriosa reclutatrice americana, intenta a giocare a ddakji per le strade di Los Angeles, gettando di fatto le basi per l'atteso spin-off statunitense della serie.
In una recente intervista, la stessa Blanchett ha rotto il silenzio su quell'esperienza e sul suo possibile futuro nell'universo distopico creato da Hwang Dong-hyuk.
Partecipare a uno dei fenomeni culturali più grandi degli ultimi anni non è stato semplice, nemmeno per una star del suo calibro.
Parlando con Variety, Blanchett ha rivelato l'incredibile livello di segretezza che ha circondato il suo coinvolgimento. "È stato uno dei lavori più misteriosi che abbia mai fatto", ha dichiarato.
La produzione era così blindata che ha dovuto portare il suo costume sul set senza nemmeno averlo provato prima. Il tempo per prepararsi è stato minimo: "Ho ricevuto un paio di storyboard. Ho dovuto imparare a giocare [a ddakji] molto velocemente. Ho dovuto esercitarmi e riprovare".
La risposta di Cate Blanchett è un'apertura quasi totale, alimentata soprattutto dalla stima per il regista con cui aveva già lavorato ne "Il curioso caso di Benjamin Button". "Sono estremamente aperta a qualsiasi cosa", ha affermato. "E in un mondo così meravigliosamente e magicamente creato, di sicuro. Sono dei creatori di mondi straordinari".
La possibilità di una nuova collaborazione con Fincher è un'attrazione potente. "Voglio dire, mi piacerebbe molto lavorare di nuovo con David. È passato un sacco di tempo", ha aggiunto, prima di spegnere, con onestà, gli entusiasmi prematuri: "Ma no, non ne so niente più di te. Non sono timida. Davvero".
Le sue parole chiariscono che, al momento, non c'è nulla di ufficiale. Il suo coinvolgimento nello spin-off è ancora tutto da definire. Tuttavia, il suo cameo non è stato un semplice omaggio, ma un vero e proprio ponte narrativo tra la serie originale e la sua espansione.
La presenza di un'attrice del suo calibro servirebbe a dare continuità e prestigio al nuovo capitolo, legando le due storie in modo organico. Sarebbe, come suggeriscono molti, un vero spreco relegare la sua partecipazione a una singola, seppur memorabile, scena.
Al momento, i dettagli sullo spin-off americano sono ancora scarsi, se non per il coinvolgimento di un maestro del thriller come Fincher.
L'unica altra certezza sembra essere il ritorno di un altro personaggio chiave, Front Man. Il futuro del personaggio di Cate Blanchett rimane incerto, sospeso tra il desiderio dell'attrice e le strategie ancora segrete della produzione.
Ma una cosa è chiara: la sua breve apparizione ha già lasciato un segno indelebile, e l'idea di vederla recitare ancora in quel ruolo sotto la direzione di Fincher è una prospettiva che, da sola, basta a rendere l'attesa ancora più elettrizzante.