14 Aug, 2025 - 12:46

"Vacanze romane", come finisce e dov'è stato girato il cult con Audrey Hepburn?

"Vacanze romane", come finisce e dov'è stato girato il cult con Audrey Hepburn?

Roma, Vespa, gelato e un amore che… beh, non finisce proprio come nelle fiabe. "Vacanze romane" non è solo un film, è un concentrato di romanticismo, ironia e cartoline anni '50 che ha trasformato Audrey Hepburn in un’icona e ha fatto sognare generazioni di spettatori.

Diretto da William Wyler e uscito nel 1953, il cult ha regalato al mondo immagini indelebili: la principessa ribelle che sfreccia in Vespa per le strade della Città Eterna e Gregory Peck che la guarda con quello sguardo da "lo so che è sbagliato, ma ti amo lo stesso". Ma dove è stato girato davvero? E soprattutto… come si chiude questa storia che sembra scritta per le favole, ma che ha un tocco amaro degno del miglior cinema?

Tutti i luoghi iconici di "Vacanze romane"

Uno dei motivi per cui "Vacanze romane" è diventato una leggenda è proprio l’uso delle location reali. Non c’erano fondali di cartapesta: Audrey e Gregory hanno davvero vissuto Roma davanti alla macchina da presa.

Ecco le location dov'è stato girato il film:

  • Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti: iconica la scena in cui Hepburn mangia il gelato seduta sui gradini.
  • Fontana di Trevi: Audrey e Peck si concedono una passeggiata notturna tra i giochi d’acqua.
  • Bocca della Verità: forse la sequenza più famosa, con Gregory Peck che finge di perdere la mano e Audrey che scoppia in una risata autentica (leggenda vuole che la gag fosse improvvisata).
  • Colosseo, Castel Sant’Angelo, Via della Conciliazione: veri e propri set a cielo aperto.
  • Via Margutta 51: l’appartamento del giornalista Joe Bradley (Gregory Peck) esiste davvero e oggi è una meta di pellegrinaggio per cinefili.

Roma diventa così un personaggio del film: vibrante, romantica, un po’ caotica e piena di quella dolce malinconia che rende ogni estate indimenticabile.

La trama che ha fatto innamorare il mondo

La storia è un piccolo gioiello di romanticismo. La principessa Anna (Audrey Hepburn), in visita ufficiale a Roma, è soffocata dai doveri di corte. Durante una serata, decide di scappare dall’ambasciata e vivere qualche ora da persona comune. Incontra Joe Bradley (Gregory Peck), un giornalista americano squattrinato che, inizialmente, non la riconosce.

Quando scopre chi è davvero, Joe fiuta lo scoop della vita e decide di accompagnarla in giro per la città, con l’aiuto del fotografo amico Irving Radovich. Quello che inizia come un’operazione a metà tra un viaggio turistico e un colpo giornalistico si trasforma in un’avventura romantica.

Tra Vespe, gelati e gite notturne, i due si innamorano, pur sapendo che appartengono a mondi diversi.

Il finale di "Vacanze romane" spiegato

E qui arriva il colpo di scena: non c’è il classico lieto fine. Dopo 24 ore di libertà, la principessa Anna capisce che non può continuare quella fuga. Torna ai suoi doveri e alla vita reale. Joe, pur potendo vendere lo scoop, decide di proteggere la sua privacy.

Nell’ultima scena, Anna e Joe si rivedono durante una conferenza stampa. Si parlano in modo formale, senza riferimenti diretti a quanto vissuto. Lei lo ringrazia "per una giornata indimenticabile" e poi se ne va, lasciandolo solo nella sala vuota. Joe resta immobile, con lo sguardo perso, mentre la macchina da presa si allontana lentamente.

Un finale elegante, dolce-amaro, che lascia il pubblico sospeso tra nostalgia e poesia. Nessun bacio appassionato, nessuna promessa di rivedersi, solo la consapevolezza che alcune storie sono perfette proprio perché restano incompiute.

Curiosità e segreti dal set: quello che forse non sapevi

L’esordio di Audrey Hepburn: "Vacanze romane" è il film che le ha fatto vincere l’Oscar come Miglior Attrice nel 1954.

Gregory Peck e l’improvvisazione: la scena della Bocca della Verità non era nel copione; Peck fece finta di rimanere intrappolato e la reazione di Hepburn è autentica.

Riprese in Italia per necessità: inizialmente la produzione voleva girare a Hollywood, ma un problema di budget e una blacklist politica portarono il set a Roma. Scelta vincente.

La Vespa di "Vacanze romane": dopo l’uscita del film, le vendite dello scooter esplosero in tutto il mondo.

Finale voluto dal regista: William Wyler scelse un epilogo malinconico per distinguere la pellicola dalle commedie romantiche convenzionali.

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