Altro che Batman e Robin! Quando parliamo di coppie che hanno fatto sognare il cinema, il pensiero va subito a Denzel Washington e Spike Lee. Il loro sodalizio è iniziato negli anni '90 e da allora non si sono più fermati.
Lui, l’attore con lo sguardo che può sciogliere acciaio; l’altro, il regista che ha trasformato New York in un personaggio vivente. Insieme hanno scritto pagine di cinema che ancora oggi fanno scuola. A Cannes però è arrivata la doccia fredda: "Penso che sia finita, cinque film sono un bel numero" aveva detto Spike, facendo intendere che "Highest 2 Lowest" sarebbe stato il loro addio.
Panico. Lacrime. Gente pronta a firmare petizioni su Change.org. Ma si sa, a volte le parole scappano via troppo in fretta.
#Highest2Lowest director Spike Lee and star Denzel Washington talk teaching classes together and discovering new aspects in their films. pic.twitter.com/7x5vl3bhg8
— Rotten Tomatoes (@RottenTomatoes) August 15, 2025
Cinque titoli, cinque momenti di pura magia cinematografica. Si parte da "Mo' Better Blues" del 1990, con un giovane Washington nei panni di un trombettista jazz affascinante e tormentato. Poi è arrivato "Malcolm X" nel 1992, che ancora oggi viene considerato uno dei biopic più potenti mai realizzati: il carisma di Denzel unito alla regia visionaria di Lee hanno fatto centro.
Nel 1998 è stata la volta di "He Got Game", con Washington nei panni di un padre problematico, che cercava la redenzione attraverso il basket e il rapporto con il figlio. Dopo qualche anno di pausa, nel 2006 i due hanno regalato al pubblico "Inside Man", un thriller urbano che ha tenuto incollati milioni di spettatori. Infine, nel 2024, il cerchio (forse) si è chiuso con "Highest 2 Lowest", l’opera che reinterpreta il classico "High and Low" di Akira Kurosawa.
Se a Cannes Spike Lee aveva quasi firmato il "divorzio artistico", alla premiere newyorkese ha cambiato registro:
Una frase che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fan e ha riacceso la speranza di nuovi progetti. Del resto, i due non sono solo colleghi, ma veri complici creativi. Washington stesso aveva proposto a Lee i diritti di "High and Low", quasi fosse un invito segreto a una nuova sfida. Insomma, mai dire mai: l’addio è stato rimandato.
"What I've learned once I got behind the camera was how much I didn't know."
— Fandango (@Fandango) August 15, 2025
Denzel Washington and Spike Lee reflect on how their collaboration has improved their work. See them come together again in #Highest2Lowest, in theaters NOW!????https://t.co/yR4DRnZGLc pic.twitter.com/gJnAY3e4f9
La forza di questa coppia artistica sta nella chimica perfetta: Lee ha sempre saputo dirigere Washington valorizzando il suo carisma magnetico, mentre Denzel ha dato corpo e anima a personaggi complessi, capaci di parlare a intere generazioni.
Non è un caso che insieme abbiano realizzato alcuni tra i film più memorabili degli ultimi decenni. E se è vero che i due avevano pensato a un addio, ora i fan possono sognare nuovi progetti: perché quando Denzel e Spike si incontrano, il risultato non è mai banale, ma pura storia del cinema.
Il film racconta la storia di David King, un magnate della musica interpretato da Denzel Washington. Ricco, potente e circondato dal lusso, vede la sua vita perfetta crollare dopo il rapimento del figlio adolescente Trey (Aubrey Joseph).
Da quel momento, la vicenda non si concentra solo sulla caccia al colpevole, ma scava nel dilemma morale del protagonista: cosa significa davvero "fare la scelta giusta"? Lee non si limita al rapimento, ma porta lo spettatore in un viaggio etico che ribalta ogni certezza.
Il cast è un vero cocktail di talento e pop culture: Jeffrey Wright, Wendell Pierce, Ilfenesh Hadera, Elijah Wright e persino A$AP Rocky e Ice Spice. Un mix che mescola la recitazione più raffinata con volti iconici della musica contemporanea. Lo slogan del film, "All Money Ain't Good Money", diventa un mantra che accompagna lo spettatore dall’inizio alla fine.
Spike Lee non ha mai nascosto il suo amore per New York, e in "Highest 2 Lowest" la Grande Mela è più protagonista che mai. La macchina da presa scivola tra i grattacieli di Brooklyn e Manhattan, cattura i riflessi dorati dell’alba sull’East River e li contrappone al lato oscuro delle metropoli, dove i soldi e il potere diventano armi a doppio taglio.
La casa del protagonista, decorata con opere di Basquiat e Kehinde Wiley, diventa il simbolo di un lusso che rassicura ma imprigiona. È una New York lucida e scintillante, che affascina e allo stesso tempo inquieta.