16 Aug, 2025 - 16:32

Come finisce e dov'è stato girato "Io e Marilyn"? Spiegazione del finale del film con Leonardo Pieraccioni

Come finisce e dov'è stato girato "Io e Marilyn"? Spiegazione del finale del film con Leonardo Pieraccioni

Cosa succede se un toscanaccio reduce da un matrimonio fallito si ritrova in casa niente meno che… Marilyn Monroe? No, non è il sogno di un cinefilo un po' brillo, ma la premessa surreale e divertente di "Io e Marilyn", il film che Leonardo Pieraccioni ha portato al cinema nel 2009.

Una commedia dove amore, crisi di mezza età e icone hollywoodiane si intrecciano in modo irresistibile. Ma la vera domanda che i fan si fanno da anni è: "ma come finisce "Io e Marilyn"?" E soprattutto, dove sono state girate quelle scene da cartolina che hanno fatto innamorare il pubblico?

Dov'è stato girato "Io e Marilyn"? Le location del film

Girato tra Roma e Firenze, "Io e Marilyn" sfoggia angoli suggestivi dell’Italia centrale. La villa di Vigna Murata a Roma è quella dove Gualtiero aggiusta la piscina e trova… il parrucchino biondo della sua Marilyn. In quel set Pieraccioni ci ha messo anche una perla di cultura pop: aveva chiesto il permesso al celebre chef Gualtiero Marchesi di usare il nome per il suo personaggio, altrimenti avrebbe optato per "Gianfranco Vissani".

Ma la scena finale? Quella che chiude il cerchio emotivo del film? È ambientata sul pittoresco porto antico di Piombino (Livorno), dove Gualtiero incontra Marilyn in un momento sospeso tra sogno, mare e malinconia. Un’immagine che resta nella mente e chiude la pellicola con il botto - o meglio, con un abbraccio.

La trama di "Io e Marilyn"

Il film racconta la storia di Gualtiero Marchesi (interpretato da Leonardo Pieraccioni), un uomo fresco di divorzio che cerca di ricostruire la sua vita tra tentativi goffi e un pizzico di malinconia. Una sera, mentre lavora come manutentore in una villa, trova un parrucchino biondo e da quel momento comincia ad apparirgli Marilyn Monroe (interpretata da Suzie Kennedy), o meglio la sua versione immaginaria.

Convinto di essere impazzito, Gualtiero si rivolge a uno psichiatra che lo spinge a "dialogare" con questa visione. Così Marilyn diventa la sua confidente, il suo alter ego e, in un certo senso, la sua spinta a rimettersi in gioco.

In parallelo, cerca di recuperare i rapporti con l’ex moglie Ramona (Barbara Tabita) e soprattutto con la figlia Martina, che lo considera un padre distratto e poco coraggioso. Tra gag, momenti di autoironia e quella vena poetica tipica di Pieraccioni, la pellicola mescola commedia, romanticismo e un tocco surreale che rende la storia leggera ma non banale.

L’immaginazione prende il sopravvento: come finisce il film

Nel finale di "Io e Marilyn", Gualtiero, convinto di soffrire di allucinazioni, viene spronato dal suo psichiatra a "assecondare" la presenza di Marilyn. Grazie al sostegno di Arnolfo, suo compagno di terapia, poi decide di mettere in scena una cena con la ex-moglie Ramona nella speranza di riconquistarla.

Ma i piani naufragano: Ramona, in procinto di sposare un altro (ma con un filo di nostalgia), confessa di non voler tornare con Gualtiero… pur invitandolo all’altare per il bene della loro figlia. Nel momento clou, durante la festa dopo il matrimonio, la figlia Martina lo rimprovera: "Non hai lottato abbastanza per me".

Per dimostrare il contrario, Gualtiero accetta una sfida temeraria: lancio di coltelli alle spalle. Risultato? Una gamba ferita, ma anche la consapevolezza che il coraggio è dentro di lui. Marilyn, che ha creduto in lui dall’inizio, scompare all’improvviso, lasciando un vuoto sospeso.

Ma ecco la svolta: Gualtiero trova la forza di recuperare il rapporto con Martina e capisce che la vera presenza di Marilyn era solo il catalizzatore per tornare a essere un padre. Un abbraccio finale con la figlia chiude la commedia in modo dolcissimo, sospendendo un po’ di mondo immaginario e scaldando i cuori.

Tra reale e immaginario: perché il finale funziona

Il finale di "Io e Marilyn" funziona perché ribalta le aspettative: non è la sedicente Marilyn a cambiare la vita di Gualtiero, ma è sua figlia a riportarlo "a terra". Marilyn è la miccia creativa, l’eco del desiderio di un uomo che vuole dimostrare amore e coraggio, ma è il confronto con la figlia che riaccende in lui la luce.

La location sul porto di Piombino, infine, riflette il mood: bellezza malinconica, ma anche rinascita possibile, azzurro e nostalgia mescolati insieme. Il conflitto tra immaginazione e realtà si scioglie in un abbraccio pieno di calore.

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