25 Aug, 2025 - 11:17

Renato Carosone dal patrimonio alle canzoni famose, il vero motivo per cui si è ritirato

Renato Carosone dal patrimonio alle canzoni famose, il vero motivo per cui si è ritirato

Quella di Renato Carosone è senza dubbio un’eredità artistica importante: anche se non conosciamo il valore economico esatto del suo patrimonio, il noto cantautore e pianista napoletano ha saputo investire in immobili e attività, tra cui uno studio di registrazione e un’etichetta discografica (la Stereo) che ne hanno accresciuto il valore, lasciando così una fortuna alla sua famiglia. 

Ripercorriamo insieme la carriera dell’artista e le sue canzoni più famose, dall’iconica Tu vuò fa l’americano a grandi classici come Torero, ‘O Sarracino e Maruzzella, che hanno segnato per sempre la storia della musica italiana e internazionale. Scopriamo, infine, perché Renato Carosone si è ritirato dalle scene a un certo punto della sua vita.

 

Il patrimonio di Renato Carosone e l’eredità artistica

Anche se sul web non circolano informazioni precise sull’ammontare del patrimonio economico di Renato Carosone, sappiamo che nel corso della sua vita il cantautore napoletano riuscì a investire nel settore immobiliare e in attività legate alla musica. Oltre all’indiscusso genio artistico, infatti, aveva uno spiccato senso per gli affari. 

Nel 1958 Carosone fondò un’etichetta discografica, la Stereo, che aveva anche uno studio di registrazione a Milano in via Aurelio Saffi 11. La Stereo inizialmente produsse i suoi lavori, quando si esibiva con il sestetto e, in seguito, anche i brani di altri artisti. Successivamente l’etichetta discografica cambiò nome e diventò la CMS, ma chiuse poco tempo dopo.

Inoltre Carosone è riuscito a investire nel settore immobiliare, dando vita a un’attività di costruzione edile e di vendita di appartamenti. Aprì con altri soci anche un night-club, Il Gatto Verde. Possedeva una casa a Rota d’Imagna, dove si trasferì con la sua famiglia nel 1959, dopo che aveva deciso di ritirarsi dalle scene. Nell’ultimo periodo della sua vita il musicista si trasferì a Roma, in via Flaminia Vecchia, dove rimase fino al 2001, l’anno della sua morte. Da appassionato di musica, nella sua vita collezionò diversi strumenti prestigiosi di grande valore.

Le canzoni più famose di Carosone: da Tu vuò fa l’americano a ‘O sarracino

Il repertorio di canzoni di Renato Carosone è tanto vasto quanto ricco di successi. I suoi brani sono diventi leggendari in Italia e anche oltreoceano, negli Stati Uniti. Ecco alcune delle sue canzoni più famose passate alla storia, ancora oggi indimenticabili:

  • “Tu vuò fà l’americano” (1956). La melodia della canzone è stata composta dallo stesso Carosone, mentre le parole portano la firma di Nisa (Nicola Salerno). Ancora oggi questo brano è considerato il capolavoro dell’artista, grazie alla sua irresistibile capacità di coniugare le sonorità del boogie-woogie e lo swing, con un pizzico di satira e ironia sulla frenesia che c’era tra gli italiani ai tempi del dopoguerra e delle grandi migrazioni. 
  • “Torero” (1957), composta da Carosone e Nisa, è un brano ironico e divertente, in cui si scimmiottano gli usi e costumi stranieri; il protagonista del racconto immagina di diventare un idolo a Santa Fe o Hollywood. L’origine della canzone è comica tanto quanto la sua natura, come lo stesso Carosone raccontò in un’intervista a Vincenzo Mollica: 
    virgolette
    Avevamo bisogno di una rima che finisse con “è”, ma che poi doveva far rima con Torero! Torero. Olè…. Ad un certo punto sentii la necessità di andare in bagno e mentre scendevo verso i gabinetti mi venne in mente “picchè“. Fu un urlo, anche perché era l’ultimo verso della canzone e avevamo così sbrogliato l’inghippo che ci assillava.
  • “’O Sarracino” (1958) è un altro storico successo frutto della mitica collaborazione tra Carosone e il suo fidato paroliere Nisa. Canzone dal retrogusto satirico, dissacrante e leggero, in pieno stile Carosone; il personaggio che ne è nato è un giovane affascinante, dalla pelle scura e i capelli ricci, lo sguardo ammaliatore e il savoir faire di un Casanova che “tutte ‘e femmene fa ‘nnammurá”.
  • “Maruzzella” (1954), forse è il brano romantico più famoso dell’artista, dedicato a sua moglie, la celebre ballerina Italia Levidi e composto con il paroliere Enzo Bonagura. Si tratta di una ballata struggente, malinconica. Maruzzella deriva dal termine napoletano che indica la piccola lumaca di mare, che ricorda i capelli ricci e indomabili di una donna, come i piccoli gusci attorcigliati degli animali.
  • “Pigliate ’na pastiglia” (1957), è un brano che racconta in chiave scherzosa e moderna il mal d’amore, con riferimenti attuali dell’epoca che hanno contribuito a renderlo un pezzo estremamente contemporaneo.

Perché Carosone si è ritirato? L’addio alle scene

Renato Carosone si è ritirato dalle scene il 7 settembre 1959: l’annuncio è avvenuto da parte dello stesso artista in diretta televisiva durante la trasmissione Serata di Gala Ma qual fu il motivo celato dietro questa scelta? Carosone era all’apice della sua carriera, il suo successo in Italia e in America non conosceva confini, eppure aveva deciso di lasciare tutto, tra lo stupore e l’incredulità del pubblico.

I tabloid dell’epoca cercarono di dare le più disparate spiegazioni. In realtà la vera ragione per cui Carosone si è ritirato è molto semplice: l’artista, come rivelò in un’intervista a Oggi il 24 settembre 1959, voleva lasciare il palco prima di diventare una caricatura di sé stesso, consapevole del fatto che la musica stava cambiando.

Ricordiamo che erano gli anni in cui il rock’n’roll stava cominciando ad affacciarsi e ben presto quel genere - distante dal maestro - avrebbe poi conquistato il mondo. La scelta di ritirarsi però non fu definitiva: nel 1975 il maestro tornò sul palco in occasione dell’indimenticabile concerto alla Bussola di Viareggio.

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