25 Aug, 2025 - 13:23

Attraverso i miei occhi (Netflix): spoiler del finale e perché non tutti dovrebbero guardarlo

Attraverso i miei occhi (Netflix): spoiler del finale e perché non tutti dovrebbero guardarlo

No, non vedrò "Attraverso i miei occhi" (The Art of Racing in the Rain), su Netflix, al secondo posto tra i film più visti.

E il motivo è semplice, quasi banale, ma per me insormontabile: il cane muore.

Non è uno spoiler, è una premessa che basta a tenermi lontana dalla tv, perché nel patto non scritto tra me e il cinema, c'è una clausola che non riesco a infrangere: non si tocca il cane. E a quanto pare, non sono l'unica a pensarla così.

L'insostenibile dolore della morte di un cane al cinema

Ho visto centinaia, forse migliaia di morti sullo schermo. Sono cresciuta tra sparatorie, accoltellamenti, apocalissi zombie, thriller, horror e drammi strappalacrime.

Ho visto eroi cadere e persone comuni soccombere a malattie incurabili. Eppure, ancora oggi, ogni morte di un cane al cinema, indipendentemente dalle circostanze, mi colpisce come una tragedia personale.

Gli psicologi potrebbero avere una spiegazione scientifica per questo fenomeno.

Potrebbero dirci perché siamo così assuefatti alla violenza e alla morte umana sullo schermo (non battiamo ciglio di fronte a proiettili, motoseghe o raggi laser che squarciano la carne) ma distogliamo lo sguardo terrorizzati quando lo spirito maligno di turno si dirige verso il cane di famiglia, quasi sempre un anziano golden retriever con il muso ingrigito dal tempo.

Forse la ragione è più semplice di quello che pensiamo. Forse ci preoccupiamo di più per loro perché sono innocenti, dipendenti da noi, incapaci di difendersi con le armi o con la tecnologia.

Il loro amore è incondizionato, la loro lealtà incrollabile. Vedere questa purezza distrutta sullo schermo sembra un tradimento, una violazione di un patto sacro. 

Come sapere se in un film, il cane muore o no

Fortunatamente, per me e per quelli come me, esiste un'ancora di salvezza digitale, uno strumento indispensabile per ogni cinefilo dal cuore tenero: doesthedogdie.com.

Ogni volta che in un trailer compare un cane, che si tratti di un horror o di una commedia, la mia prima mossa è visitare quel sito. La risposta è un semplice, brutale "Sì" o "No", senza dettagli strazianti. E se la risposta è "Sì", il film è cancellato dalla lista, anche se avesse il 99% di recensioni positive su Rotten Tomatoes.

Ma per ogni cagnolino che ce la fa, ce ne sono troppi che non ce la fanno. Per questo, credo che la commissione di censura dovrebbe fare davvero il suo dovere e istituire una nuova classificazione, un avvertimento per noi anime sensibili: "CM" per "Cane Muore".

Sarebbe un servizio pubblico, un modo per permetterci di scegliere consapevolmente se siamo pronti ad affrontare quel tipo specifico e devastante di dolore. Fino ad allora, film come "Attraverso i miei occhi" rimarranno per me un territorio inesplorato.

Chi è Enzo in Attraverso i miei occhi?

Dietro il saggio e amato Enzo, protagonista di "Attraverso i miei occhi", non c'è un solo attore a quattro zampe, ma un'intera squadra di talentuosi Golden Retriever.

Il ruolo principale è stato affidato a Parker, un magnifico esemplare di due anni che l'attore Milo Ventimiglia ha descritto come "l'anima più zen" che avesse mai incontrato. Il legame tra i due è diventato così profondo che Milo ha confessato di aver voluto adottare Parker, scoprendo con rammarico che aveva già una famiglia.

Per interpretare Enzo nella sua fase più matura, è subentrato Butler, un cane di nove anni dall'energia "adolescenziale", come l'ha definito Ventimiglia. È lui il protagonista della toccante scena nell'auto da corsa, l'immagine simbolo del film. A completare il cast canino, diversi cuccioli anonimi per le scene iniziali e altri due cani, Solar e Orbit.

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