Dietro un mito come Renato Carosone si cela una famiglia amorevole, che lo ha sempre supportato: i suoi genitori, Antonio Carosone e Carolina Daino, erano entrambi grandi appassionati di musica. Una città magica come Napoli poi, ha contribuito ad accrescere l’estro creativo del musicista, estremamente legato alle sue origini partenopee.
Scopriamo insieme tutti i dettagli sul passato e le radici di Renato Carosone, dell’uomo dietro l’artista.
I genitori di Renato Carosone erano Antonio Carosone e Carolina Daino, entrambi appassionati di musica. Hanno tirato su il figlio facendolo crescere tra arte e poesia, con la città di Napoli a fare da sfondo, un luogo di fervente creatività.
Il padre di Renato era anche un musicista: si dilettava spesso a suonare il mandolino, strumento principe della tradizione napoletana. Renato era il primogenito della famiglia e aveva due fratelli: Olga (nata nel 1921) e Ottavio (1922). C’era stata anche un’altra sorella, Maria, morta prematuramente quando aveva appena undici mesi.
Carolina, la mamma del cantautore, purtroppo è venuta a mancare quando era molto giovane: la donna morì a soli 33 anni a causa di una malattia: la tubercolosi. L’amore della madre per il pianoforte è stato un vero e proprio imprinting per Renato, con il consenso del papà, orgoglioso, che spesso lo accompagnava con il mandolino.
Renato Carosone è nato a Napoli il 3 gennaio 1920. Fin da bambino, grazie all’atmosfera in cui è cresciuto, complice la sua città d’origine e la passione dei genitori, si è avvicinato alla musica, innamorandosene perdutamente.
Così ha studiato pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dove ha conseguito il diploma. A soli 17 anni partì per l’Africa Orientale Italiana, alla volta dell’Eritrea, scritturato come pianista e direttore d’orchestra.
Il suo soggiorno fu pieno di avventure e di contaminazioni artistiche che segnarono per sempre le sue canzoni. In quel periodo suonò anche in una band jazz di Addis Abeba. Dopo una breve interruzione della sua carriera per entrare sotto le armi durante la Seconda Guerra Mondiale, riprese a suonare il suo adorato pianoforte.
Nel 1949 formò un trio in un nuovo night club di Napoli insieme a Van Wood e al fedele amico batterista Gegè Di Giacomo.
In Africa, precisamente ad Asmara, Carosone conobbe la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, la ballerina Italia Levidi, detta Lita. I due convolarono a nozze il 2 gennaio 1938, a Massaua.
Lita aveva già un figlio, Giuseppe, soprannominato Pino, nato da una precedente relazione il 28 maggio 1939. Il cantautore lo accolse e lo amò come se fosse suo figlio. La verità sulla paternità fu rivelata solo anni dopo, proprio dallo stesso Pino, che confessò al mondo intero che in realtà Renato Carosone non era il suo padre biologico.