26 Aug, 2025 - 16:28

Il Molo Rosso su Prime Video: trama, recensione e perché guardarlo

Il Molo Rosso su Prime Video: trama, recensione e perché guardarlo

Quando senti nominare Álex Pina e Álvaro Morte, la mente corre subito a "La casa di carta". Ma fermatevi un attimo. Su Prime c'è Il Molo Rosso, una serie che non potrebbe essere più diversa.

Dimenticate l'adrenalina, le tute rosse e i piani geniali. Preparatevi, invece, a un'immersione profonda e struggente in un dramma emotivo che, fin dai primi episodi, ha tutte le carte in regola per diventare la serie dell'anno.

Il Molo Rosso perché è imperdibile

Il Molo Rosso parte subito con un pugno nello stomaco. Pochi minuti e la notizia è servita: Óscar è morto.

Questo evento scatena un terremoto emotivo nella vita di sua moglie, Alejandra (una superba Verónica Sánchez), e la serie è magistrale nel catturare il suo dolore, la sua disperazione, la sua ricerca di un contatto quasi fisico con il marito defunto, arrivando a indossare i suoi abiti per sentirlo più vicino.

Ma il vero colpo di scena, quello che devasta ulteriormente Alejandra e dà il via alla vera narrazione, arriva poco dopo: scopre che Óscar aveva una doppia vita, una relazione di anni con un'altra donna.

È qui che la serie prende una strada interessante, perché evita i cliché del triangolo amoroso. Non c'è una rivalità immediata, non c'è odio. C'è solo un dolore che si sovrappone a un altro, e la necessità di capire.

Il grande successo della serie sta nel modo in cui gestisce un concetto che potrebbe risultare indigesto a molti: l'idea che Óscar fosse sinceramente innamorato di entrambe le donne. E ci riesce in modo impeccabile.

Vediamo la sua devozione per la moglie, il loro legame profondo, ma allo stesso tempo la sceneggiatura costruisce con delicatezza e credibilità le fondamenta di quell'altro amore, quello per Verónica (Irene Arcos).

Visivamente, la serie è una gioia per gli occhi, con una fotografia che distingue nettamente i due mondi di Óscar: da un lato, il trambusto urbano, controllato e architettonico di Alejandra; dall'altro, la tranquillità idilliaca e lo spirito libero dell'Albufera, l'ecosistema di Verónica. Due donne, due mondi, due amori che coesistevano nella vita di un solo uomo.

Ecco il trailer:

Due donne non nemiche ma complici

L'incontro tra Alejandra e Verónica, ignare l'una dell'identità dell'altra, è il filo conduttore dei primi episodi. Invece di puntare a un conflitto immediato, la serie esplora un improbabile avvicinamento, un tentativo di comprensione che nasce dal dolore condiviso per la perdita dello stesso uomo.

È un approccio genuino, che evita gli espedienti facili e ci permette di entrare in profondità nell'animo di queste due donne complesse.

I personaggi secondari rimangono sullo sfondo, ma la narrazione, che si sviluppa in 16 episodi divisi in due stagioni, ha tutto il tempo per dare loro il giusto spazio.

In definitiva, per me, Il Molo Rosso è magnifico. Affascina, commuove e incuriosisce, grazie a un trio di attori in stato di grazia e a una sceneggiatura che osa esplorare le complessità dell'amore e del dolore senza scorciatoie.

Con una regia impeccabile, un montaggio dinamico che intreccia passato e presente senza mai perdere chiarezza, e interpretazioni di altissimo livello (su tutti, un immenso Roberto Enríquez nel ruolo di Conrado), la serie ci provoca, ci tiene svegli e ci costringe a interrogarci.

È una riflessione sulla libertà, sui pregiudizi, e sul desiderio, a volte impossibile, di essere semplicemente se stessi. E il finale? Non offre facili risposte, ma lascia un'impronta duratura.

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