Il nome di Jussie Smollett è diventato sinonimo di uno dei casi più controversi e mediatici degli ultimi anni. Attore noto per la serie Empire, Smollett denunciò nel 2019 di essere stato vittima di un’aggressione a sfondo razzista e omofobo a Chicago.
Ma quella che inizialmente sembrava una vicenda di violenza e discriminazione si trasformò presto in un’intricata storia di contraddizioni, indagini e processi che hanno catturato l’attenzione dell’opinione pubblica non solo americana, ma mondiale.
Il nuovo documentario disponibile su Netflix ricostruisce passo dopo passo la vicenda, analizzando fatti, testimonianze e il clamore mediatico che ne è seguito.
Sono passati sei anni, ma il nome di Jussie Smollett evoca ancora un'eco di scandalo. La sua è una storia che sembra uscita da una sceneggiatura di Hollywood: un'ascesa fulminea, una caduta rovinosa e, ora, un ostinato tentativo di riscrittura del finale.
L'ex stella di "Empire" è di nuovo sotto i riflettori, protagonista di un documentario su Netflix, che sta già scalando la classifica, e di nuovi progetti, nel tentativo di convincere il mondo di essere la vittima, non l'artefice, della sua stessa rovina. La vera domanda, però, è se qualcuno sia ancora disposto ad ascoltarlo.
Jussie Smollett è un attore e cantante statunitense, diventato famoso per il ruolo di Jamal Lyon nella serie TV Empire. Nel 2019 denunciò di aver subito un’aggressione razzista e omofoba a Chicago, ma la sua versione fu presto messa in discussione e si ritorse contro di lui.
Le indagini, infatti, portarono alla sua incriminazione per aver orchestrato l’attacco, con un processo molto seguito dai media.
Guarda il trailer del documentario.
Torniamo per un attimo al gelido gennaio del 2019 a Chicago. Smollett è all'apice: attore acclamato, icona della comunità LGBTQ+ e afroamericana. Poi, la notizia shock che paralizza l'America: un'aggressione brutale, con tanto di corda al collo e insulti razzisti. La solidarietà è immediata e totale.
Ma la trama si complica ed evolve rapidamente. In poche settimane, l'indagine della polizia ribalta il tavolo: la vittima diventa il principale sospettato, accusato di aver pagato due fratelli per inscenare tutto.
Da quel momento, è iniziata un'odissea legale che si è trascinata per anni, tra condanne, appelli e cause civili.
Un labirinto giudiziario che si è formalmente concluso solo nel 2025, con un accordo che ha permesso a Smollett di evitare un'ammissione di colpa in cambio di una donazione in beneficenza.
Lui, dal canto suo, non ha mai fatto un passo indietro, e ha continuato a professare la sua innocenza e a puntare il dito contro un sistema che, a suo dire, lo avrebbe usato come capro espiatorio.
Oggi, quell'innocenza è il fulcro del suo grande ritorno. Il documentario "The Truth About Jussie Smollett?" è, in pratica, la sua arringa difensiva, il tentativo di presentare la sua versione dei fatti.
Ma Smollett non ha puntato tutto su una sola carta. Si è rimesso in gioco su più fronti: ha diretto film, ha inciso un nuovo album e, con una mossa a sorpresa, è riapparso in un reality show proprio su Fox, la stessa rete che lo aveva allontanato da "Empire".
È una strategia calcolata, un tentativo di normalizzare la sua presenza mediatica e di spostare l'attenzione dalla cronaca giudiziaria alla sua carriera artistica.
Anche la sua vita privata è diventata parte di questa narrazione di rinascita: l'annuncio del fidanzamento con l'attore Jabari Redd e il desiderio dichiarato di paternità ci fanno apparire l'immagine di un uomo che guarda al futuro, e che cerca di lasciarsi il passato alle spalle.
Eppure, la macchia rimane. Per molti, Smollett è ancora colui che ha sfruttato le ferite aperte del razzismo e dell'omofobia per un tornaconto personale. Sarà vero? Per farti un'idea iniziale, guarda il documentario su Netflix.