Graham Greene, attore canadese simbolo dei nativi americani a Hollywood, è morto il 1° settembre 2025 a 73 anni dopo una lunga malattia, sebbene la causa precisa del decesso non sia stata ufficialmente comunicata dalla famiglia o dai media. Greene ha inoltre combattuto per tutta la vita contro il disturbo bipolare, condizione che ne ha influenzato profondamente la personalità e la produzione artistica.
L’attore si è spento presso un ospedale di Toronto dopo una malattia prolungata, come riportato dal suo agente e dai principali mezzi di stampa, ma nessun dettaglio clinico specifico – come il nome della patologia esatta – è stato reso pubblico. Le dichiarazioni ufficiali parlano genericamente di una “malattia lunga e debilitante” che lo ha progressivamente allontanato dalle scene, segnando gli ultimi anni di una carriera celebrata tra teatro, cinema e televisione.
Il rispetto della privacy voluto dalla famiglia ha impedito l’emergere di informazioni dettagliate sui sintomi e sull’eventuale diagnosi finale. La narrazione pubblica si è quindi concentrata sul suo lascito artistico e sul forte impatto culturale della sua figura, piuttosto che sulle dinamiche cliniche della sua scomparsa.
Graham Greene soffriva di disturbo bipolare, come documentato sia da biografie sia da alcune testimonianze dirette del periodo più creativo della sua vita. Questa condizione, caratterizzata da oscillazioni dell’umore tra fasi depressive e periodi di eccitazione, ha inciso sulla sua sensibilità artistica, influenzando l’approccio alle interpretazioni, ai rapporti personali e alle scelte di vita.
Il disturbo bipolare ha portato Greene a confrontarsi costantemente con la malinconia e l’irrequietezza, condizioni che ha spesso canalizzato nel lavoro recitativo e nella scrittura. I momenti di depressione profonda si alternavano a fasi di energia e creatività che lo rendevano brillante interprete sul palcoscenico e sul set. Questa dualità emotiva ha anche inciso sugli aspetti relazionali e sulla reputazione pubblica di Greene, noto per i suoi eccessi ma anche per una grande umanità e generosità.
Graham Greene ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema. Nato nella riserva delle Sei Nazioni in Ontario nel 1952, ha iniziato come lavoratore manuale prima di dedicarsi al teatro e poi passare al cinema, dove la svolta vera e propria è arrivata con il ruolo di “Uccello Scalciante” in Balla coi lupi, grazie a cui è stato anche candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista. Nei decenni successivi ha lavorato con registi e attori di grande fama, partecipando a pellicole e serie TV di successo, tra cui Il miglio verde, Maverick, Die Hard: Duri a morire e Reservation Dogs.
Greene lascia una figlia, nata nel 1981 dalla relazione con l’attrice Carol Lazare, e la moglie Hilary Blackmore, con cui era sposato dal 1990. Il suo ricordo è legato non solo alle doti interpretative, ma anche alla sfida personale contro una malattia invisibile come il disturbo bipolare e al coraggio di affrontare la depressione senza mai rinunciare all’arte.