Il 5 novembre non è solo una data nel calendario britannico: è il cuore pulsante di "V per Vendetta". Il film del 2005, con Natalie Portman e Hugo Weaving, trasforma la storica Congiura delle Polveri in un inno alla resistenza contro ogni forma di oppressione.
V non è solo un uomo mascherato: è l’incarnazione di un’idea che scuote le strade di Londra e i cuori degli spettatori di tutto il mondo. La distruzione del Parlamento non è solo spettacolo pirotecnico, ma liberazione, catarsi e invito a riflettere sul ruolo del cittadino nella società moderna.
Il film si ispira al fallito complotto del 1605, quando Guy Fawkes e altri cospiratori tentarono di far saltare in aria il Parlamento inglese per assassinare il re Giacomo I. Questa scelta storica non è casuale: V prende spunto da quell’evento per trasformare il 5 novembre in simbolo di ribellione.
Le maschere che indossa non nascondono solo cicatrici fisiche, ma lo elevano a simbolo universale. Come sottolinea il film, "La morte di un uomo non uccide un’idea", frase che riecheggia tra le strade e nei cuori dei cittadini mascherati, pronti a marciare contro l’oppressione. I nomi Rookwood, Percy e Keyes, citati nel film, rimandano direttamente ai cospiratori originali, sottolineando l’attenzione del regista per i dettagli storici.
L'iconico e simbolico V, quindi, è tanto un vendicatore mascherato quanto l'idea stessa che trascende l’individuo. Questo concetto ricorda da vicino "Il conte di Montecristo": come Edmond Dantès, V fugge da una prigionia ingiusta, si prepara per anni e torna con un piano di vendetta preciso.
Anche i riferimenti a "Il fantasma dell’Opera" sono evidenti: il Fantasma e V indossano maschere per nascondere le loro deformità, controllano gli altri attraverso l’immaginazione e hanno motivazioni di vendetta.
La relazione tra V ed Evey richiama il legame tra il Fantasma e Christine: un mix di guida, protezione e crescita personale. In questo modo, il film combina storia, letteratura e simbologia politica in un cocktail irresistibile per chi ama la profondità sotto l’azione spettacolare.
Oltre alla storia e alla letteratura, "V per Vendetta" è un film di denuncia sociale. Il regime di Norsefire richiama il Terzo Reich e "il Grande Fratello" di "1984": sorveglianza, propaganda e repressione dei cittadini. Adam Sutler è volutamente simile a Hitler, mentre la persecuzione di minoranze e dissidenti riprende elementi storici e attuali, dai campi di concentramento nazisti alle moderne pratiche di sorveglianza di massa.
I registi hanno inserito riferimenti alla politica contemporanea, come il Sistema di allerta nazionale e la raccolta di informazioni biometriche, creando un ponte tra storia, finzione e realtà. La maschera di Guy Fawkes diventa così anche un simbolo globale di protesta contro ingiustizie politiche, sociali e culturali, continuando a ispirare manifestazioni reali.
Il climax del film coincide con il 5 novembre, data in cui V e Evey completano la loro rivoluzione simbolica. Le strade di Londra si popolano di cittadini mascherati: la folla diventa il vero protagonista, mentre il Parlamento crolla in una spettacolare esplosione.
È un momento di catarsi collettiva, un invito a riflettere sul ruolo del cittadino nella società e sulla forza delle idee. Come sottolinea il regista James McTeigue, il romanzo e il film sono preveggenti: mostrano cosa può accadere quando la società è governata da un regime che smette di ascoltare il popolo.
Non è un caso che la maschera sia stata adottata da movimenti di protesta reali in tutto il mondo: da Anonymous a Occupy, la ribellione di V continua a vivere nella cultura contemporanea.
Il film non è passato inosservato, specie per i temi che ha affrontato. Le reazioni sono state piuttosto contrastanti: critici, gruppi LGBT e studiosi anarchici hanno lodato la profondità del messaggio, mentre altri hanno criticato V come figura antidemocratica.
Per l'antropologo e attivista David Graeber Hollywood ha trasmesso il concetto di anarchia, ma manca la parte legata alla creazione di comunità e partecipazione democratica. Dall'altro lato, lo scrittore Richard Roeper ha difeso V nel programma "Ebert and Roeper", definendo il personaggio "etichettato ingiustamente come terrorista".
Nonostante le controversie, il film è stato trasmesso anche in paesi come la Cina senza censura, dimostrando il potere universale del messaggio: la ribellione è un’idea che nessun governo può spegnere.