Alberto Sordi, il volto indimenticabile del cinema italiano, non ha lasciato solo una scia di film cult e battute memorabili, ma anche un patrimonio degno di nota. Una grande figura del mondo del cinema che ha sempre suscitato ammirazione e curiosità.
L'interesse dei fan si è sempre concentrato su quanto valesse tutto ciò che l’attore romano ha accumulato in una vita di successo e, poi, su chi ne ha beneficiato dopo la sua scomparsa. Tra ville, conti correnti, quote societarie e diritti d’autore, la storia dell’eredità Sordi è un mix di fascino, intrighi legali e gestione filantropica.
Quando Alberto Sordi è scomparso nel 2003, la sua unica erede universale era la sorella Aurelia. La stima complessiva del patrimonio Sordi si aggirava tra i 30 e i 40 milioni di euro, una cifra che includeva diversi asset di alto valore.
Tra questi spiccava la villa romana dell’attore, valutata intorno ai 15 milioni di euro, vincolata dalla Sovrintendenza, che ne limita le modifiche ma ne aumenta il fascino storico.
Oltre all’immobile, il patrimonio comprendeva conti correnti, portafogli titoli, azioni del Campus Biomedico di Roma, e il 100% delle quote della società Aurelia Cinematografica, poi messa in liquidazione.
A questi si aggiungevano i diritti cinematografici di oltre 200 film, una vera miniera d’oro per chi sa come gestirli. Giambattista Faralli, ex dirigente della Banca di Roma e amico dell’attore, ha spiegato che "la liquidità della fondazione era di 16 milioni di euro", mentre il fondo di dotazione della Fondazione Museo Alberto Sordi superava i 21 milioni di euro al 31 dicembre 2017.
In sostanza, Alberto Sordi non era solo un gigante del cinema, ma anche un piccolo "magnate" della cultura e del mercato immobiliare e finanziario.
Dopo la morte di Sordi, l’eredità è passata interamente ad Aurelia Sordi, sua sorella, che ha agito come custode e amministratrice dei beni del fratello. Aurelia ha gestito la villa, i conti correnti e soprattutto i diritti d’autore, cedendo alcuni proventi al Campus Biomedico ma mantenendo la titolarità dei film per la futura Fondazione.
La gestione del patrimonio però non è stata priva di complicazioni. Negli ultimi anni della vita di Aurelia, ci sono state contestazioni giudiziarie legate a donazioni sospette e a procure a favore di persone della cerchia domestica e legale dell’anziana.
L’accusa principale era di circonvenzione di incapace, con richieste di condanna per l’autista Arturo Artadi, il notaio Gabriele Sciumbata e l’avvocato Francesca Piccolella. Tuttavia, il processo di primo grado si è concluso con il rigetto delle accuse: "il fatto non sussiste", ha sentenziato il giudice Maria Elena Mastrojanni.
Dopo la morte di Aurelia, la gestione dei beni Sordi è passata interamente alla Fondazione Museo Alberto Sordi, incaricata di preservare la memoria dell’attore e di amministrare immobili, conti e diritti cinematografici. La Fondazione oggi rappresenta il principale erede e beneficiario, assicurando che il patrimonio continui a sostenere iniziative culturali e cinematografiche legate alla figura del grande artista romano.
Non mancano i dettagli da film giallo: tra firme contestate, donazioni sospette e atti di procura, la storia dell’eredità Sordi ha avuto colpi di scena degni di una sceneggiatura. L’azione legale più importante riguardava l’accusa che Aurelia fosse stata indotta a stipulare otto atti di donazione per un totale di 2,3 milioni di euro a favore di sei domestici, più una procura generale a Artadi, che avrebbe dato il controllo dei conti correnti.
La corte d’appello di Napoli nel 2013 ha confermato in larga parte il testamento originario del 2011 di Alberto Sordi, rigettando le contestazioni degli eredi lontani e le accuse di invalidità. In pratica, il patrimonio è stato diviso secondo le disposizioni testamentarie: la villa e i conti correnti principali sono passati alla Fondazione, mentre eventuali conguagli economici sono stati regolati secondo la legge italiana sulla successione.
Secondo Faralli, la villa e i beni interni valevano complessivamente circa 15 milioni di euro, mentre il resto del patrimonio, incluso il valore dei diritti cinematografici, ha consolidato la capacità della Fondazione di operare con sicurezza economica.
Oltre ai numeri, ciò che rende affascinante l’eredità Sordi è il valore culturale. I diritti dei film, la villa storica e le collezioni personali non rappresentano solo ricchezza materiale: sono un archivio vivente della storia del cinema italiano. La Fondazione Museo Alberto Sordi si occupa di preservare questi beni, promuovere eventi, rassegne e iniziative educative, assicurando che l’eredità del grande attore non si limiti ai numeri, ma continui a ispirare nuove generazioni di spettatori e appassionati.
Al di là dei contenziosi, quindi, la storia del patrimonio di Alberto Sordi mostra un percorso chiaro: dalla gestione attenta della sorella Aurelia fino alla creazione di un ente dedicato, capace di trasformare la ricchezza materiale in valore culturale, sempre nel segno del sorriso, dell’ironia e della comicità che hanno reso l’attore immortale.