04 Sep, 2025 - 17:00

Com'è morto Alberto Sordi e dov'è sepolto l'attore romano?

Com'è morto Alberto Sordi e dov'è sepolto l'attore romano?

Alberto Sordi, il volto indimenticabile della romanità e della commedia italiana, non è stato solo un attore iconico: è stato un simbolo della città di Roma e della vita italiana del Novecento. Il 24 febbraio 2003, l’Italia ha perso uno dei suoi giganti, ma il ricordo e le battute immortali dei suoi film continuano a vivere.

In questo articolo scopriremo com’è morto Alberto Sordi, le cause della sua scomparsa, i funerali solenni e dove oggi riposa, tra storia, curiosità e qualche dettaglio frizzante che solo un attore come lui poteva meritare.

La causa della morte di Alberto Sordi

Alberto Sordi è morto il 24 febbraio 2003, nella sua casa di Roma, all’età di 82 anni. La causa della morte ufficiale è stata un tumore ai polmoni, diagnosticato già nel 2001, aggravato da complicazioni broncopolmonari come polmonite e bronchite, che lo hanno costretto a rimanere chiuso in casa negli ultimi mesi di vita.

La malattia, purtroppo, ha segnato la fine di un’era cinematografica: chi ha avuto la fortuna di conoscerlo o di ammirarlo sul grande schermo ricorda come la sua voce stentorea e la mimica inconfondibile riuscivano a trasmettere più emozioni di mille parole.

Prima della scomparsa, Sordi aveva parlato apertamente della morte, mostrando quell’ironia tipica che lo contraddistingueva: "Alla morte ci penso, come tutti, ma senza angoscia. So che me ne andrò un giorno però continuo a vivere con lo stesso entusiasmo di quando ero giovane", confessò nel 1997, riportato da Repubblica.

Una frase che riassume perfettamente il suo approccio alla vita: tra comicità, ironia e consapevolezza della propria mortalità, senza mai perdere il sorriso.

I funerali solenni e la camera ardente

Dopo la morte, la salma di Sordi è stata imbalsamata, e la sua camera ardente è stata allestita nella Sala Giulio Cesare del Campidoglio, dove per due giorni migliaia di persone hanno reso omaggio al grande attore. Tra i visitatori c’erano colleghi del cinema italiano, amici, politici e semplici cittadini, tutti uniti dal desiderio di salutare un uomo che era diventato quasi di famiglia per tutti.

I funerali si sono svolti il 27 febbraio 2003, nella splendida cornice della Basilica di San Giovanni in Laterano, e vi hanno partecipato oltre 250mila persone, un numero che testimonia quanto Sordi fosse amato e rispettato. Le celebrazioni hanno combinato la solennità religiosa con l’allegria che caratterizzava l’attore, un mix unico che ha reso omaggio a una vita trascorsa tra set cinematografici e strade di Roma.

La tomba di Alberto Sordi: il riposo nel Verano

Dopo i funerali, il feretro è stato tumulato nella cappella di famiglia del Cimitero Monumentale del Verano a Roma, uno dei luoghi più prestigiosi e storici della capitale. La tomba è facilmente riconoscibile grazie alla lapide a forma di pergamena, recante una delle frasi più celebri di Sordi:

"Sor Marchese, è l’ora", battuta tratta dal suo film cult Il marchese del Grillo.

Un epitaffio perfetto per chi ha saputo incarnare il genio comico, la romanità verace e la critica sociale in maniera leggera e intelligente. Il Verano, oltre a essere il luogo di riposo di Sordi, ospita numerosi personaggi storici e artisti italiani, conferendo alla tomba una cornice degna del suo rango cinematografico.

La villa di Sordi, i conti correnti e i diritti cinematografici sono stati poi gestiti dalla Fondazione Museo Alberto Sordi, incaricata di preservare la memoria e di amministrare il patrimonio lasciato dall’attore. Anche in questo, Sordi continua a vivere: attraverso film, mostre e iniziative culturali, la sua presenza non è mai svanita del tutto.

La vita e la carriera: un ricordo tra comicità e romanità

Nato a Trastevere, nel cuore pulsante della vecchia Roma, Sordi ha incarnato l’anima della città in ogni ruolo. Dopo gli esordi come doppiatore negli anni Trenta, prestando la voce a personaggi come Oliver Hardy del duo Stanlio & Ollio, ha conquistato il grande pubblico con film come "Lo sceicco bianco", "I vitelloni" e "Un americano a Roma". La sua comicità era fatta di gesti, sguardi e inflessioni vocali che oggi restano insuperate.

Negli anni Sessanta e Settanta Sordi ha dimostrato anche una profondità drammatica notevole in film come "Detenuto in attesa di giudizio" e "Un borghese piccolo piccolo", alternando ruoli comici e intensamente drammatici con naturalezza. La sua carriera gli ha fruttato 11 David di Donatello e il Leone d’oro alla carriera nel 1995, riconoscimenti che celebrano il talento unico di un uomo che ha saputo ridere e far riflettere allo stesso tempo.

LEGGI ANCHE