Ti aspettavi la solita commedia romantica con sorrisi, brindisi e un paio di cliché da manuale? Sbagliato. "Material Love" di Celine Song - con un cast stellare formato da Pedro Pascal, Dakota Johnson e Chris Evans - ha sorpreso pubblico e critica: più che love story zuccherosa, è un viaggio spiazzante nei meandri di amore e denaro, con un pizzico di cinismo e tanta sincerità.
La regista di "Past Lives" ci ha messo ancora una volta davanti allo specchio delle relazioni moderne: è possibile amare davvero in un mondo che misura tutto in dollari, status e appartamenti con vista su Manhattan?
Riflessioni più o meno ciniche a parte, ecco tutto ciò che sappiamo sulla trama, dov'è stato girato e come finisce "Material Love".
La magia di "Material Love" non passa solo dalla sceneggiatura o dal cast: anche le location hanno avuto un ruolo fondamentale. Le riprese principali si sono svolte tra aprile e giugno 2024 a New York City, in quartieri iconici come Manhattan, Brooklyn Heights, Sunset Park e il West Village.
Insomma, la Grande Mela nella sua veste più cinematografica, tra skyline mozzafiato e strade affollate che diventano set perfetti per i drammi urbani.
Ma c’è anche un tocco esotico: alcune scene, tra cui il matrimonio d’apertura, sono state girate a Durango, in Messico. Il tutto catturato su pellicola 35 mm dal direttore della fotografia Shabier Kirchner, già collaboratore di Song in "Past Lives". Una scelta che conferisce al film un look raffinato e senza tempo, in perfetta sintonia con il tono malinconico e realistico della storia.
La protagonista è Lucy Mason (Dakota Johnson), un’ex attrice che, dopo diversi tentativi falliti a teatro, ha deciso di reinventarsi come matchmaker d’élite a New York. Lucy lavora per un’agenzia di incontri di lusso, la Adore, e si destreggia tra clienti con pretese assurde: chi chiede partner con la giusta altezza, chi con la giusta quantità di capelli, chi con un conto in banca da capogiro. Lei, cinica ma brillante, promette sempre lo stesso: "Vi farò sposare l’amore della vostra vita". Un po’ ironia, un po’ illusione, ma funziona.
La svolta arriva durante l’ennesimo matrimonio organizzato dall’agenzia. Lucy incontra Henry (Pedro Pascal), il fratello ricco e affascinante dello sposo, che la guarda con un mix di interesse e curiosità. Ma c’è un imprevisto ancora più destabilizzante: tra i camerieri della festa c’è John (Chris Evans), il suo ex fidanzato con cui ha condiviso cinque anni intensi e che ora sopravvive tra audizioni e lavoretti.
La loro rottura, avvenuta in una New York rumorosa e affollata, era stata segnata da un tema chiave: i soldi. "Mangiare cibo da strada al nostro anniversario non è quello che volevo", diceva lei. Da qui parte un intreccio fatto di incontri, ricordi, rimpianti e nuove possibilità.
Lucy, abituata a controllare ogni dettaglio della vita sentimentale dei suoi clienti, si ritrova improvvisamente a non sapere che strada prendere nella propria. Accettare l’opulenza e la sicurezza che Henry le offre? O rischiare di nuovo con John, che ha solo il suo amore da darle?
E adesso veniamo al punto che tutti cercano su Google: il finale di "Material Love". Lucy, inizialmente sedotta dalla stabilità di Henry, capisce che la loro relazione è più un contratto sociale che una vera storia d’amore.
Il colpo di scena? Henry stesso si è fatto un costosissimo intervento di allungamento della tibia (sì, davvero!) per sentirsi all’altezza. Una metafora potente che mostra quanto anche lui inseguiva un ideale impossibile.
Lucy lo lascia con eleganza, tornando tra le braccia di John. Ma attenzione: non è il classico ritorno all’ex. Il film mette in scena un confronto sincero, fatto di ammissioni dolorose ("la tua mancanza di soldi ha oscurato il nostro amore", confessa lei) e dichiarazioni struggenti ("ti ho sempre amata", risponde lui).
Alla fine Lucy sceglie John, accettando che la vita insieme non sarà perfetta né milionaria, ma autentica. L’ultima scena, con una proposta di matrimonio fatta con un anello di fiori in Central Park e - durante i titoli di cosa - con la coppietta che va al Comune a sposarsi civilmente, è l’epilogo poetico di un percorso tortuoso: l’amore vince, ma non senza compromessi.
Un film del genere vive (e sopravvive) grazie ai suoi interpreti. Dakota Johnson regala a Lucy una vulnerabilità mista a cinismo che la rende affascinante e credibile. Chris Evans, nei panni del "povero ma vero", sprigiona una chimica palpabile con lei, fatta di sguardi e ricordi condivisi. Pedro Pascal, invece, porta sullo schermo un Henry elegante ma fragile, capace di incarnare il fascino e i limiti di una vita costruita sul denaro.
Il risultato? Un triangolo amoroso che non ha nulla di scontato. Ogni scelta, ogni dialogo, ogni silenzio lascia lo spettatore a chiedersi: cosa avrei fatto io al posto di Lucy?