11 Sep, 2025 - 10:38

La Russia attacca la Polonia per provocare la Nato? L'opinione di Marco Travaglio

La Russia attacca la Polonia per provocare la Nato? L'opinione di Marco Travaglio

Secondo Marco Travaglio, la narrazione occidentale sull’attacco russo con droni in Polonia rischia di essere profondamente distorta, alimentata più dalla volontà di provocare la Nato che da una reale strategia russa di escalation militare. L’editorialista del Fatto Quotidiano evidenzia come, sulla base degli eventi dell’11 settembre, siano almeno tre le possibili chiavi di lettura che sfuggono al dibattito mainstream italiano ed europeo.

Una provocazione improbabile

Travaglio sostiene che l’ipotesi della “provocazione intenzionale” di Mosca, per testare le difese Nato, sia la meno credibile. Secondo il giornalista, i russi sono consapevoli che le forze alleate sono pesantemente armate lungo il confine orientale e che la reazione all’incursione sarebbe immediata e risoluta, come infatti è accaduto con abbattimento dei droni. Di conseguenza, l’idea che la Russia cerchi deliberatamente lo scontro diretto appare più una costruzione retorica occidentale che una lettura realistica dei fatti.

L'incidente tecnico

Una seconda ipotesi ricorrente è quella dell’incidente tecnico, già accaduto in passato. Travaglio non esclude questa possibilità, ma sottolinea che le vere ragioni dell’episodio potrebbero essere altre: mostrare al mondo il “doppio standard” con cui l’Occidente giudica le violazioni della sovranità.

Il giornalista fa infatti l’esempio di Israele, che ha colpito il Qatar per motivi di conflitto regionale, senza subire le stesse pressioni politiche e mediatiche ricevute dalla Russia nel caso polacco. La Russia, dunque, potrebbe aver voluto richiamare l’attenzione pubblica sulla disparità di trattamento riservata alle potenze globali.

Il ruolo della Nato e le reazioni occidentali

Travaglio critica apertamente l’approccio della Nato e dell’Unione Europea, che secondo lui tendono a enfatizzare ogni episodio militare ai confini con la Russia come una minaccia planetaria, mentre minimizzano episodi simili causati dagli alleati occidentali (come il caso dei missili ucraini in Polonia del 2022, inizialmente attribuiti con molta enfasi a Mosca). Questa selettività, spiega il direttore, rischia di far degenerare situazioni localizzate, trasformandole in crisi diplomatiche globali, utili più agli interessi di propaganda che alla ricerca della pace.

Le conclusioni di Travaglio

Nella visione proposta da Travaglio, il rischio maggiore non è quello di una guerra imminente tra Russia e Nato, quanto quello di una manipolazione sistematica della narrazione di guerra da parte dei governi occidentali. Il giornalista invita a riflettere su come ogni episodio venga usato per giustificare scelte politiche e militari che spingono sempre più verso il coinvolgimento diretto della Nato, senza interrogarsi sulle vere cause e strategie delle parti in conflitto.

In definitiva, secondo Travaglio, l’attacco russo in Polonia non rappresenta tanto una provocazione militare, quanto uno specchio delle contraddizioni e delle logiche di potere dell’occidente, che rischiano di alimentare il confronto più di quanto lo cerchi la Russia stessa.

 

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