"È morto Bernardo Bertolucci!", "Morto il regista di Ultimo Tango a Parigi": così hanno titolato i giornali in quel triste 26 novembre del 2018 e come potevano fare altrimenti, in effetti? Bertolucci non è stato "solamente" un regista, ma uno dei più importanti cineasti italiani e non solo, arrivando persino a conquistare Hollywood con i suoi film.
Keanu Reeves, Robert de Niro, Gerard Depardieu, Marlon Brando, Maria Schneider e pure John Malkovich e Eva Green hanno collaborato con quel "figlio del poeta Attilio", nato e cresciuto nella campagna parmigiana - e guarda caso, proprio con il grande e controverso Pier Paolo Pasolini come vicino di casa.
Con un padre poeta, una madre insegnante, un fratello appassionato di cinema (e poi regista) e un vicino di casa e mentore di tale calibro, non stupisce che anche il giovane Bernardo abbai voluto percorrere la via dell'arte. Nella sua lunga carriera, il regista di Parma ha regalato piccoli e grandi capolavori come "L'ultimo Imperatore", "Novecento", "The Dreamers - I sognatori" e "Ultimo Tango a Parigi". Poi, la fine. Stroncato all'età di 77 anni.
Ma che malattia aveva Bernardo Bertolucci e com'è morto? Ecco cosa sappiamo sul pluripremiato regista.
Se l'è portato via la malattia, Bernardo Bertolucci, uno dei più iconici cineasti italiani del Novecento. Era la mattina del 26 novembre 2018, quando il regista ha esalato il suo ultimo respiro nella sua casa sua in via della Lungara, nel rione di Trastevere a Roma. Secondo quanto affermato da una persona vicina a lui, la causa della morte sarebbe stata una crisi respiratoria, conseguenza del terribile male che il regista si portava dietro da tempo:
Queste le parole commosse dell'attrice Stefania Sandrelli in una lettera dedicata al regista. L'ultimo saluto si è tenuto, poi, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma.
A Bertolucci, infatti, era stato diagnosticato un tumore ai polmoni, con il quale ha convissuto per molti anni. Tuttavia, sia lo stesso regista che la sua famiglia hanno deciso di mantenere il più totale riserbo sulle sue condizioni di salute. Anzi, l'autore di "Il conformista" si è cucito le labbra sulla questione, lasciando che fossero la sua vena tenace e la sua immensa creatività a guidare la sua vita.
Instancabile, ha continuato a immaginare storie e creare film persino dalla sedia a rotelle, sulla quale era costretto dopo un intervento fallimentare alla colonna vertebrale, nel 2003. Di questa sue condizione, invece, il regista aveva scelto di parlare eccome. Armato di telecamera, Bertolucci ha dato vita a un cortometraggio dal titolo evocativo: "Scarpette Rosse", nel quale per un minuto e mezzo mostra le difficoltà di muoversi per le strade di Roma, tra sampietrini e buche nel rione dove da sempre abitava: Trastevere.
Così ha dichiarato a Giuseppe Cerasa in un'intervista del 2014 per Repubblica, aggiungendo amaramente:
Insomma, fiaccato nel corpo dalla progressione della malattia e da una quotidianità piena di ostacoli per un uomo portatore di handicap, eppure Bernardo Berolucci non si è mai fatto fermare, rimanendo coerente a se stesso sino al suo ultimo respiro.
Oggi di Bernardo Bertolucci regista rimane l'immensa eredità dei suoi film. Dell'"uomo che non voleva accettare i cambiamenti del suo corpo" - come ha detto la moglie Clare Peploe a Dagospia nel 2021 -, invece, rimangono solo le ceneri. L'urna, ha spiegato nella stessa intervista la moglie, è stata poi portata nel paesino di Casarola.
Un luogo speciale, dove si trova la casa dei genitori di Bertolucci, Attilio e Ninetta, e dove anche il fratello Guseppe - scomparso nel 2012 - è stato sepolto.