CIA - un uomo nel mirino, stasera su Rai 2, è un thriller che costruisce la sua tensione su un'unica, granitica certezza: la vita metodica e solitaria del suo protagonista, Evan Shaw.
Un sicario fantasma al servizio della CIA, un uomo che da vent'anni esegue ordini ricevuti tramite annunci criptati su un giornale.
Ma cosa succede quando quel mondo, costruito su una fede cieca, va in frantumi?
Il finale del film di Roel Reiné è una discesa incredibile in un abisso di tradimenti, dove ogni alleato è un potenziale nemico e l'unica, vera missione diventa la sopravvivenza e la ricerca di una verità sepolta.
Per anni, Evan ha creduto di essere un soldato invisibile, un patriota che eliminava le minacce alla sicurezza nazionale per conto di una divisione segreta della CIA.
La realtà, come scopre grazie all'analista dell'MI6 Kacey Walker, è molto più spietata. La cosiddetta "Divisione Turismo", il suo datore di lavoro, non è mai esistita. Le sue missioni non erano atti di difesa, ma omicidi su commissione mascherati da operazioni governative.
La vera mente dietro tutto è Antonio Griffin, l'implacabile capo di un potente hedge fund, il Griffin Group. Per anni, ha usato Evan come un'arma inconsapevole per eliminare concorrenti in affari, manipolare i mercati e accumulare una fortuna, il tutto nascondendosi dietro una finta patina di segretezza di stato.
A rendere l'inganno ancora più crudele è il ruolo di Kevin Angler, l'ex superiore di Evan, l'uomo di cui si fidava ciecamente. Non solo Kevin è vivo, ma è stato complice di Griffin fin dall'inizio, orchestrando la manipolazione del suo migliore agente.
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La chiave per svelare la cospirazione è legata a una figura del passato di Evan: Monica Walker. Anche lei analista dell'MI6, era la donna che Evan amava e che stava per sposare, prima che la sua vita da sicario li separasse.
Ufficialmente morta in un incidente d'auto, Monica era in realtà vicinissima a smascherare il Griffin Group. La sua morte non fu un caso, ma un omicidio per metterla a tacere.
La rivelazione più sconvolgente, però, è un'altra: Kacey non è solo un'agente che segue il caso, ma è la figlia che Evan non ha mai saputo di avere, la figlia che Monica portava in grembo quando è stata uccisa.
Questa scoperta trasforma la missione di Evan da una ricerca di verità a una disperata ricerca di redenzione. Non sta più combattendo per la sua agenzia o per il suo onore, ma per il futuro di sua figlia e per la memoria della donna che gli è stata strappata.
Quando Evan e Kevin si ritrovano faccia a faccia con gli uomini di Griffin, Evan compie un gesto inaspettato. Invece di abbandonare al suo destino l'uomo che lo ha tradito, gli passa una pistola.
Non è perdono, ma un ultimo, contorto atto di lealtà verso il fantasma di un'amicizia passata, un modo per chiudere i conti secondo un codice d'onore che solo loro possono capire.
Sopravvissuti all'agguato, padre e figlia riescono a fuggire. Ma la storia non è finita. Evan ha ancora un'ultima missione da compiere, quella che si auto-assegna.
Dopo una toccante visita alla tomba di Monica, dove giura di diventare il padre che Kacey merita, lo vediamo prepararsi per l'atto finale.
Raggiunge Griffin nel suo ufficio. Non c'è più spazio per le trattative o gli inganni. Con una calma agghiacciante, Evan pronuncia una frase che è la sintesi della sua nuova vita: "I negoziati sono finiti". E poi spara.
Non è solo vendetta; è la recisione dell'ultimo filo che lo legava al suo passato di burattino. Uccidendo Griffin, Evan non sta solo eliminando un nemico, sta distruggendo il sistema che lo ha creato, conquistando finalmente la libertà di essere, per la prima volta, semplicemente un padre.