Calvin Harris, il celebre DJ scozzese autore di hit mondiali, si trova al centro di una vicenda clamorosa che ha scosso il mondo dello spettacolo e della finanza. L’artista accusa il suo ex consulente finanziario, Thomas St. John, di avergli sottratto una cifra a sei zeri, destinata a un progetto immobiliare a Hollywood dedicato ad artisti e creativi.
Una storia che sembra uscita da un film di truffe milionarie, con moduli DocuSign, investimenti mai spiegati e trasferimenti di denaro verso entità controllate dal consulente. Ma cosa è realmente successo e quanto è stato sottatto al famoso Dj? Ecco tutti i dettagli della controversia legale che Calvin Harris ha aperto lo scorso 12 settembre 2025 e già depositata alla Corte Superiore della California nella Contea di Los Angeles.
Secondo la richiesta di arbitrato ottenuta da People, Calvin Harris, il cui vero nome è Adam Richard Wiles, ha investito 22,5 milioni di dollari in un progetto immobiliare chiamato CMNTY Culture Campus. L’iniziativa, ideata da Thomas St. John e dai suoi collaboratori a inizio 2020, doveva diventare un complesso di 460.000 piedi quadrati (circa 42.700 metri quadrati) nel cuore di Hollywood, con studi di registrazione, sale per artisti e uffici per creativi.
Harris sostiene che St. John non gli abbia mai rivelato le vere intenzioni dietro l’investimento né gli abbia fornito informazioni dettagliate sui rischi e sugli sviluppi del progetto. Grazie al suo ruolo di consulente fiduciario, St. John avrebbe creato la Claimant Lewsi LLC per far investire Harris, frazionando la somma in due parti: 10 milioni di dollari come prestito e 12,5 milioni come partecipazione azionaria nella Hollywood LLC, l’entità che doveva gestire il progetto.
La denuncia segnala che i moduli DocuSign inviati a Harris erano "materialmente fuorvianti" e che, dopo l’investimento, circa 11,7 milioni di dollari sono stati dirottati verso una società controllata da St. John. Secondo gli avvocati di Harris, fino a oggi non è chiaro dove siano finiti questi fondi né come siano stati utilizzati, definendo l’operazione "nel migliore dei casi uno spreco totale, nel peggiore una frode completa".
Il termine "boondoggle", spesso usato per indicare progetti costosi e inutili, descrive perfettamente il CMNTY Culture Campus. La costruzione del complesso non è mai iniziata seriamente e le attività previste per musicisti, tecnici del suono e artisti sono rimaste sulla carta. In pratica, ciò che doveva essere un punto di riferimento creativo a Hollywood si è rivelato un labirinto burocratico e finanziario, con denaro trasferito in modo opaco.
A complicare ulteriormente le cose, nel 2024 lo scopo del progetto è cambiato: da centro creativo ad alloggi residenziali, con due torri di 34 e 38 piani e 750 appartamenti totali, inclusi 90 a basso reddito, spazi commerciali e aree creative. Harris sostiene di non essere stato informato tempestivamente di questo cambiamento, che avrebbe alterato drasticamente la natura dell’investimento originale.
Dal canto suo, l’avvocato di St. John, Sasha Frid, ha dichiarato a Variety che Harris era uno dei diversi investitori e che ha seguito attivamente il progetto:
Inoltre, Frid sostiene che lo sviluppo è "molto fattibile" e che il valore finale potrebbe superare i 900 milioni di dollari. Nonostante ciò, Harris ha scelto di aprire un arbitrato privato per contestare la gestione e la trasparenza dell’investimento.
Gli avvocati di Calvin Harris segnalano che il prestito di 10 milioni avrebbe dovuto essere rimborsato entro il 31 gennaio 2025, ma il capitale e gli interessi risultano ancora insoluti. Quando Harris ha richiesto chiarimenti, le informazioni ricevute erano scarse e a volte contraddittorie, aumentando il sospetto di gestione impropria da parte del consulente.
Il caso mette in luce una problematica crescente nel mondo degli investimenti di alto profilo: anche personalità famose e con patrimonio milionario possono subire perdite ingenti se non ricevono trasparenza completa e se i consulenti abusano della loro fiducia. L’arbitrato privato permetterà di chiarire responsabilità e potenzialmente ottenere un rimborso, ma la vicenda ha già generato un’eco enorme tra fan, media e addetti ai lavori.
Intanto, i dettagli sul progetto, le accuse di frode e la cifra esorbitante sottratta catturano l’attenzione non solo dei fan di Calvin Harris ma anche del pubblico interessato a scandali finanziari hollywoodiani. L’evoluzione della vicenda sarà monitorata con grande interesse, e le prossime udienze potrebbero chiarire se St. John abbia realmente manipolato la fiducia del DJ scozzese per un guadagno personale.