Nell’editoriale pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio affronta con la sua consueta ironia e spirito critico il caso dei presunti droni russi piombati in territorio polacco: una vicenda che ha sollevato ondate di allarme tra governi, media e opinione pubblica ma che, secondo il direttore, nasconde molto più di quanto raccontino le cronache ufficiali.
Travaglio apre il suo pezzo con una stoccata a chi lo accusa di essere filorusso per il solo fatto di smascherare le “fake news atlantiste sull’attacco imminente o addirittura in corso della Russia all’Europa”. Ribadisce di aver sempre condannato "l’invasione russa dell’Ucraina come crimine internazionale ingiustificabile anche se provocato dalla Nato", ma allo stesso tempo invita a “unire i puntini tra dichiarazioni e decisioni dei leader europei” per capire la strategia che, secondo lui, punta a trascinare il continente verso un conflitto globale con Mosca.
Secondo Travaglio, molti politici europei, seguendo una logica simile a quella di Netanyahu, sarebbero pronti a tentare ogni strada per salvare il potere, anche inventando falsi pretesti di guerra “in joint venture con Kiev e con Varsavia”. “I missili russi in Polonia erano ucraini. L’attentato russo ai gasdotti era ucraino. L’attacco russo al palazzo del governo di Kiev era un incendio che nessuna prova collega a droni russi. Il sabotaggio russo all’aereo della Von der Leyen era una bufala”, scrive Travaglio, descrivendo un clima mediatico esasperato e carico di menzogne.
Nel mirino dell’editorialista finisce anche il recente doppio attacco di droni, attribuiti inizialmente a Mosca, che avrebbe colpito la Polonia il 10 e 13 settembre. Il premier polacco Tusk, sottolinea Travaglio, ha reagito subito “con l’acquolina in bocca: 'Non siamo mai stati così vicini a un conflitto dalla Seconda guerra mondiale'”. Così, invocando l’articolo 4 della Nato, ha ottenuto il via libera per militarizzare il confine orientale con l’operazione “Sentinella Orientale”.
Eppure, evidenzia Travaglio, i danni sarebbero stati minimi e il racconto ufficiale smentito dai fatti: “I droni non avevano fatto morti né feriti, il governo raccontava che uno aveva colpito una casa a Wyryki, sfondandone il tetto e il parcheggio”. Ma la testata Rzeczpospolita, che cita fonti dell’intelligence, smaschera la versione ufficiale: “La casa è stata colpita non da un drone russo, ma da un missile aria-aria Aim-120 americano lanciato da un F-16 polacco, che per fortuna non è esploso. In pratica la Polonia si è bombardata da sola”.
Il presidente Nawrocki chiede “spiegazioni urgenti dal governo sull’incidente”, dichiarando che “nelle condizioni di disinformazione e guerra ibrida, i messaggi ai polacchi devono essere verificati”. Ma il premier Tusk insiste: “Comunque è tutta colpa di Mosca”. Nel frattempo, il Comando operativo delle Forze armate polacche nega persino il secondo sconfinamento del 13 settembre, adducendo motivazioni tecniche e meteorologiche, simili a casi già accaduti in Romania.
Travaglio cita il giornalista Gianandrea Gaiani di Analisi Difesa, secondo cui “non c’è uno straccio di prova dell’attacco russo alla Polonia”. Anzi, le foto dei “droni-patchwork” – come quello trovato poggiato sul tetto di una conigliera – alimentano i sospetti sulle vere responsabilità. “Capito da chi dobbiamo difenderci? Da chi dovrebbe difenderci”, conclude Travaglio, schernendo la narrazione dominante e ribadendo il suo invito a non cadere vittima della disinformazione e degli allarmi inventati.