La morte di Roberto Russo, regista, fotografo e marito di Monica Vitti, ha aperto una domanda inevitabile: chi sono gli eredi e cosa succede al patrimonio lasciato? Eppure la risposta potrebbe non essere così semplice.
La questione, infatti, è piuttosto delicata perché riguarda non solo le vicende private, ma anche la memoria di una delle coppie più amate del cinema italiano. Russo si è distinto per una carriera sobria e di qualità, ma soprattutto per l’amore e la dedizione con cui ha accompagnato Monica Vitti fino agli ultimi giorni.
Ora, con la sua scomparsa, si accendono i riflettori sull’aspetto patrimoniale e successorio, anche se molte informazioni restano riservate.
Ora che anche Roberto Russo è morto, la questione si complica. Non avendo figli, l’eredità si ridistribuisce secondo le norme del codice civile italiano.
Secondo quanto stabilito dalla legge, in mancanza di discendenti e del coniuge, gli eredi diventano i parenti più prossimi: genitori, fratelli e sorelle, o in mancanza, i nipoti. Se non esistono parenti diretti, l’eredità può arrivare fino ai parenti di sesto grado.
In linea teorica, visto che ci sono notizie di figli naturali o adottivi, né di legami familiari particolarmente noti, si dovrebbe procedere in questo modo. Questo significa che gli eredi legittimi saranno presumibilmente familiari più lontani, salvo che esista un testamento che indichi beneficiari diversi. Al momento non è emerso nulla di ufficiale in merito all’esistenza di un testamento.
Quando Monica Vitti è morta, il 2 febbraio 2022, il suo patrimonio è passato direttamente al marito Roberto Russo. La coppia non ha avuto figli, una scelta dichiarata più volte dalla stessa attrice, che già da adolescente aveva affermato di non voler diventare madre. In base alla legge italiana - come detto prima -, in assenza di discendenti, l’intero patrimonio di un coniuge spetta al partner sopravvissuto.
Russo è quindi diventato l’erede legittimo di tutti i beni della diva: proprietà immobiliari, eventuali risparmi, investimenti, oltre ai diritti legati all’uso dell’immagine e alle opere artistiche. Non sono mai state rese note stime ufficiali, ma considerando la carriera di Monica Vitti e il valore culturale della sua figura, si può immaginare un patrimonio importante, sia dal punto di vista economico che simbolico.
Roberto Russo è stato un artista appartato, che ha sempre evitato il clamore mediatico. Regista premiato con il David di Donatello per il film "Flirt" (1983), ha firmato opere che hanno avuto un buon riconoscimento critico. Oltre al cinema, Russo ha lavorato come fotografo e sceneggiatore, contribuendo a costruire una carriera rispettata, anche se non accompagnata da grandi incassi commerciali.
Questo spiega perché il suo patrimonio personale sia difficile da quantificare. Alcuni giornali hanno parlato genericamente di "qualche milione di euro", ipotizzando la somma dei beni propri con quelli ricevuti in eredità dalla moglie.
Tuttavia, si tratta solo di congetture: Russo non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali, né risultano documenti pubblici che offrano cifre concrete. La verità è che l’entità esatta della sua ricchezza resta sconosciuta, protetta da una riservatezza che la coppia ha sempre mantenuto.
Molti si chiedono se Roberto Russo abbia lasciato disposizioni precise per il suo patrimonio. È plausibile, data la sua età e le condizioni di salute, che abbia predisposto un testamento. In quel caso, i beni potrebbero essere destinati a familiari, fondazioni culturali, associazioni benefiche o istituzioni legate al cinema e alla memoria di Monica Vitti.
Non è raro che personalità del mondo artistico scelgano di lasciare una parte dei loro beni a enti culturali o a borse di studio per giovani talenti. Sarebbe in linea con il profilo discreto e attento alla cultura che Russo ha mostrato durante la sua carriera. Tuttavia, senza comunicazioni ufficiali, anche queste restano solo supposizioni.
Oltre ai beni materiali, c’è un’eredità che non si misura in cifre: quella artistica e culturale. Russo ha custodito negli ultimi vent’anni la memoria di Monica Vitti, proteggendola con riservatezza durante la malattia e preservandone l’immagine pubblica. Questo ruolo di custode rappresenta la parte più significativa del suo lascito.
Per i fan e per il mondo del cinema, gli eredi morali sono coloro che continueranno a ricordare e valorizzare l’opera della coppia. È possibile che fondazioni, archivi o istituzioni cinematografiche raccolgano negli anni a venire questo patrimonio immateriale, garantendo la trasmissione della memoria alle nuove generazioni.