Hollywood non è mai stata un posto silenzioso, ma questa volta il brusio è diventato un boato. La sospensione di "Jimmy Kimmel Live!" da parte della ABC, rete di proprietà Disney, ha scatenato una tempesta che mescola politica, televisione e libertà di parola.
Nel giro di pochi giorni, attori Marvel, popstar nate sotto il marchio di Topolino e veterani dei late night show hanno preso posizione, trasformando il caso in un vero e proprio terremoto mediatico. Non da ultimo, al centro della scena si è aggiunto anche Mark Ruffalo, l’Hulk del grande schermo, che non ha esitato a lanciare un monito diretto alla Disney.
Ma lui non è stato il solo: da Pedro Pascal a Olivia Rodrigo, passando per David Letterman e Conan O’Brien, il coro di voci a sostegno di Kimmel cresce ogni ora, con toni che vanno dall’indignazione al sarcasmo più tagliente.
Ecco cosa sta succedendo.
Quando Hulk si arrabbia, meglio non stargli troppo vicino. E stavolta Mark Ruffalo non ha alzato i pugni verdi, ma la voce. L’attore, volto amatissimo del Marvel Cinematic Universe, ha preso posizione senza mezzi termini contro la Disney dopo la sospensione dello show di Jimmy Kimmel.
"Le azioni della società scenderanno ancora di più se cancelleranno definitivamente il programma", ha scritto il 20 settembre su Threads. Un avvertimento degno di Bruce Banner in versione furiosa: breve, diretto e con una minaccia velata che ha fatto tremare i corridoi di Burbank.
Non è stato il solo. Pedro Pascal, che presto tornerà in due kolossal Disney ("The Mandalorian and Grogu" e "Avengers: Doomsday"), ha scelto Instagram per ribadire il suo sostegno al conduttore: "Difendiamo la #libertà di parola, difendiamo la #DEMOCRAZIA". Un post che ha raccolto migliaia di like in poche ore e che ha confermato la solidarietà del cast stellare Disney a uno dei volti più iconici della TV americana.
Se qualcuno pensava che la polemica fosse limitata agli "eroi" Marvel, si sbagliava di grosso. Tatiana Maslany, la She-Hulk di Disney+, ha usato i social per spingere i fan a cancellare l’abbonamento a Disney+: "È un abuso di potere", ha scritto. E a darle man forte è arrivata una delle popstar più amate della Gen Z: Olivia Rodrigo.
La cantante di "Drivers License", ex volto Disney in "Bizaardvark" e "High School Musical: The Musical: The Series", si è detta "turbata dalla palese censura" e ha aggiunto: "Sono solidale con Jimmy Kimmel e difendo la libertà di parola". Insomma, quando la musica incontra la politica, il volume si alza.
Persino Damon Lindelof, il papà di "Lost", ha deciso di schierarsi. Con un post al vetriolo ha dichiarato che non collaborerà più con la Disney finché la sospensione non sarà revocata. E per uno sceneggiatore da Emmy, non è certo una minaccia da poco.
Il mondo del late night non poteva certo restare a guardare. Stephen Colbert ha definito la decisione della ABC "palese censura" durante il suo monologo:
Jimmy Fallon, di solito il più diplomatico del gruppo, ha ammesso di non sapere bene cosa stia succedendo, ma ha assicurato: "Conosco Jimmy Kimmel, ed è una persona perbene, divertente e affettuosa. Spero che torni presto". Un abbraccio pubblico che, in televisione, vale più di mille comunicati stampa.
Seth Meyers ha alzato ancora di più i toni: "Questo è un momento importante per la nostra democrazia e dobbiamo difendere i principi della libertà di espressione".
E Jon Stewart? Da vero maestro della satira, ha aperto "The Daily Show" con un pezzo surreale in cui fingeva di elogiare Donald Trump: un’ironia affilatissima, che ha trasformato la censura in materiale da monologo.
Non potevano mancare le leggende. David Letterman ha definito la sospensione "ridicola" all’Atlantic Festival:
Jay Leno ha dichiarato: "Di solito, è la verità che finisce per essere cancellata". Parole che suonano come un monito amaro da parte di un veterano che di censure e polemiche ne ha viste a palate.
Conan O’Brien, dal canto suo, ha puntato il dito contro "la promessa di mettere a tacere i conduttori che criticano l’amministrazione". Un commento che ha scatenato reazioni bipartisan e che conferma quanto il caso Kimmel sia ormai molto più di una querelle televisiva.
La decisione della ABC, controllata dalla Disney, è arrivata dopo le pressioni della Federal Communications Commission, secondo cui Kimmel avrebbe fuorviato gli spettatori con i suoi commenti sull’omicidio di Charlie Kirk. Ma se l’intento era quello di placare le acque, l’effetto è stato l’opposto: Hollywood si è compattata in un fronte comune che grida "censura".
Dan Gilroy, vincitore di un Emmy per Andor, ha scritto: "Gli strumenti di governo, coercizione e intimidazione di Donald Trump si sono concentrati su Hollywood". E ha avvertito: "Aspettate che il destino bussi alla vostra porta, perché quel giorno arriverà".
Il risultato? Una pioggia di hashtag, minacce di boicottaggi, dichiarazioni indignate e un’ondata di solidarietà per Jimmy Kimmel che rischia di trasformare il caso in un boomerang clamoroso per la Disney.