Sulla copertina di Vogue Francia, l'imprenditrice e icona pop riflette sulla sua evoluzione personale e stilistica. Tra le righe si lascia andare a un racconto di liberazione da un'influenza ingombrante e la celebrazione di un'autonomia finalmente conquistata.
Le copertine di Vogue non sono mai solo fotografie. Sono dichiarazioni. E quella di Kim Kardashian per l'edizione francese della rivista è un manifesto potente e silenzioso.
L'intervista che accompagna gli scatti è un ritratto intimo di una donna che, a 44 anni, sembra aver finalmente trovato il proprio centro, un equilibrio che lei stessa definisce "esaltante".
Ma dietro questa affermazione di sicurezza si nasconde un'ombra, quella dell'ex marito Kanye West, mai nominato ma costantemente presente, come un fantasma stilistico dal quale si è finalmente affrancata.
Il punto di svolta, racconta Kim, è stato il suo quarantesimo compleanno, nell'ottobre del 2020. Un momento simbolico, a pochi mesi dalla richiesta di divorzio che avrebbe messo fine a quasi sette anni di un matrimonio tra i più mediatici e discussi del pianeta.
"Mia madre Kris mi disse che gli anni a venire sarebbero stati i migliori della mia vita", confida alla rivista. "È vero. Solo negli ultimi tre o quattro anni ho acquisito questa sicurezza".
Poi, la frase chiave, quella che illumina l'intero racconto: "Prima, avevo sempre bisogno di consultare qualcuno prima di prendere una decisione. Riesci a immaginare? È assurdo affidarsi così tanto alle opinioni degli altri".
Ma di chi parlava Kim? Sebbene il nome di West non venga mai pronunciato, il riferimento è inequivocabile per chiunque abbia seguito la sua parabola.
Per anni, la trasformazione stilistica di Kim Kardashian è stata un progetto pubblico firmato Kanye West.
Fu lui, come raccontato dalla stessa Kim in diverse occasioni, a rivoluzionare il suo guardaroba agli inizi della loro relazione. Un aneddoto su tutti è diventato leggendario: Kanye che, con l'aiuto di uno stylist, le fa buttare via 250 paia di scarpe, lasciandola in lacrime ma promettendole di riempire il suo armadio con una nuova visione.
Quello che all'epoca fu presentato come un gesto d'amore e un'elevazione estetica, oggi, alla luce delle sue nuove dichiarazioni, assume una sfumatura diversa.
Era una partnership creativa o una dipendenza stilistica? Per anni, West è stato il suo mentore, il suo critico più severo, colui che ne disapprovava gli occhiali da sole troppo grandi o ne criticava i look per il Met Gala.
Kim, da parte sua, ha sempre ammesso candidamente questa influenza, quasi celebrandola come parte del loro legame.
Oggi, quella dinamica è il passato. "So esattamente cosa voglio", afferma con decisione. E il catalizzatore di questa nuova consapevolezza ha un nome: Demna Gvasalia, l'ex direttore creativo di Balenciaga.
È stato lui, secondo Kim, a offrirle un modello di creatività diverso. "Penso che con Demna le cose siano cambiate davvero", spiega. "A lui non importa cosa pensa la gente, quindi ho imparato a fare lo stesso". Un'influenza, quella di Demna, che non impone, ma libera. Che non detta regole, ma incoraggia a infrangerle.
Il contrasto con il presente di Kanye West non potrebbe essere più stridente, e questo rende l'intervista ancora più potente.
Mentre Kim celebra la sua indipendenza, l'ex marito sembra replicare lo stesso schema con la sua nuova moglie, Bianca Censori.
La trentenne architetta è diventata una figura virale per i suoi outfit audaci e spesso al limite della censura: dalla lingerie commestibile agli abiti completamente trasparenti. Secondo diverse fonti, dietro questa estetica estrema ci sarebbe, ancora una volta, la mano di West, che la dirigerebbe come un regista fa con la sua musa.
L'articolo di Vogue, quindi, non è solo il racconto di una rinascita personale, ma anche la chiusura di un cerchio. Kim Kardashian non sta semplicemente dicendo di sentirsi meglio da sola; sta ridefinendo la sua intera narrazione.
Ormai è un'artista e un'imprenditrice che ha ripreso il controllo del proprio scalpello. La sua sicurezza non deriva più dall'approvazione di uno sguardo esterno, ma da una visione interiore.