25 Sep, 2025 - 15:03

Leonardo DiCaprio si confessa: "All'inizio della mia carriera mi fu chiesto di cambiare nome"

Leonardo DiCaprio si confessa: "All'inizio della mia carriera mi fu chiesto di cambiare nome"

Ospite di un popolare podcast, Leonardo DiCarpio ha rivelato un aneddoto scioccante dei suoi inizi: un agente gli impose di cambiare il suo nome, considerato "troppo etnico" per avere successo. Una storia di identità, pregiudizio e della fiera opposizione di un padre che ha salvato una leggenda.

Ora è uno dei nomi più iconici e riconoscibili del pianeta, un marchio di garanzia per il cinema di qualità, sinonimo di talento e successo planetario.

Eppure, c'è stato un tempo in cui "Leonardo DiCaprio" era considerato un ostacolo, un nome da scartare, un suono "troppo etnico" per le orecchie di una Hollywood che ancora faticava a guardare oltre i propri cliché. Se non fosse stato per la ferma opposizione di suo padre, oggi potremmo parlare delle straordinarie interpretazioni di un certo "Lenny Williams".

L'incredibile rivelazione di Leonardo DiCaprio: volevano cambiassi nome

Questa incredibile rivelazione è emersa in un contesto tanto inaspettato quanto informale: il podcast "New Heights", condotto dalle star del football americano Travis e Jason Kelce.

Leonardo DiCaprio, ospite insieme al collega e amico Benicio Del Toro per promuovere il loro nuovo film, si è lasciato andare a un racconto che getta una luce cruda sulla spietata macchina dei sogni degli anni '80.

"Non ti assumeranno mai", si sentì dire un giovanissimo DiCaprio da un agente all'inizio della sua carriera. Il problema, a detta del presunto professionista, era il suo cognome, DiCaprio, un'eredità del padre George, di origini italo-tedesche.

La soluzione era già pronta, un nome nuovo di zecca, pensato a tavolino per essere più rassicurante e "americano": Lenny Williams. "Lenny", ha spiegato l'attore, era una storpiatura del suo secondo nome, Wilhelm, abbinato a un cognome passe-partout.

La reazione del padre, George DiCaprio, fu immediata e viscerale. Quando vide una foto del figlio con il suo nuovo nome d'arte, la strappò senza esitazione. "Devi passare sul mio cadavere", disse al figlio, una frase che oggi risuona come un atto di orgoglio e preveggenza, una difesa non solo del proprio cognome, ma dell'identità stessa di suo figlio.

L'intervento di Benicio del Toro

A rendere la storia ancora più emblematica è stato l'intervento di Benicio Del Toro. Seduto accanto a DiCaprio, l'attore portoricano ha confermato che quella non era un'esperienza isolata, ma una prassi consolidata nell'industria.

Anche a lui, agli inizi, fu suggerito un nome più "accessibile": "Benny Del". Un dettaglio che trasforma un aneddoto personale in uno spaccato di un sistema che, per decenni, ha cercato di omologare i talenti, limando ogni apparente diversità culturale in nome di una presunta commerciabilità.

La conversazione ha poi virato su altri ricordi agrodolci degli esordi. DiCaprio ha raccontato di un'altra audizione umiliante, in cui un agente lo mise in fila "come un animale" per poi scartarlo con un secco "no".

La colpa, ipotizza oggi con un sorriso, era forse del suo look da breakdancer. "A volte ballavo la breakdance per strada per soldi, quindi avevo un taglio di capelli tipo a gradini", ha ricordato. Un rifiuto bruciante, che lo spinse a tornare a casa sconfitto. "È orribile", disse a suo padre, solo per essere rispedito a riprovarci.

È difficile, oggi, immaginare quegli agenti e direttori di casting che rifiutarono un ragazzo con un taglio di capelli bizzarro e un nome "troppo etnico". Come ha scherzato Jason Kelce, probabilmente si stanno ancora "prendendo a calci da soli".

La traiettoria di DiCaprio, da quei primi spot per le macchinine Matchbox e le apparizioni in "Genitori in blue jeans" fino all'Oscar e a una carriera costellata di capolavori, è la prova più lampante di quanto quella visione fosse miope.

Il nome Leonardo DiCaprio non è diventato un'icona nonostante le sue origini, ma grazie ad esse, portando con sé un'eredità di autenticità che "Lenny Williams" non avrebbe mai potuto eguagliare.

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