26 Sep, 2025 - 13:39

Greenland 2, cosa sappiamo del sequel con Gerard Butler

Greenland 2, cosa sappiamo del sequel con Gerard Butler

Con il rilascio del primo, teso trailer di Greenland: Migration, il sequel dell'inaspettato successo del 2021, il pubblico viene nuovamente catapultato in un mondo sull'orlo del collasso. 

Gerard Butler torna a vestire i panni logori ma determinati di John Garrity, l'ingegnere strutturale diventato improbabile salvatore della sua famiglia.

E se il primo film era una corsa disperata contro il tempo per trovare rifugio, questo nuovo capitolo dovrà rispondere a una domanda ancora più angosciante: cosa succede dopo la fine del mondo?

Greenland: perché ha avuto tanto successo?

Per comprendere appieno l'attesa per Migration, è fondamentale fare un passo indietro e analizzare le ragioni del plauso quasi unanime ricevuto dal suo predecessore.

In un genere, quello catastrofico, spesso dominato da uno spettacolo fracassone e da eroi indistruttibili, Greenland si distinse per il suo approccio sorprendentemente intimista e realistico.

Il regista Ric Roman Waugh, già collaboratore di Butler in film come Attacco al Potere 3 e Kandahar, scelse di mettere a fuoco non tanto la distruzione su scala globale, quanto il dramma umano di una famiglia qualunque.

La cometa Clarke non era solo un pretesto per effetti speciali mozzafiato, ma il catalizzatore che metteva a nudo la fragilità dei legami sociali e la forza disperata dell'istinto di protezione.

Il John Garrity di Butler non era un superuomo, ma un padre imperfetto, un marito in crisi, costretto a compiere scelte impossibili. Fu questo aspetto a rendere il film un successo di critica e un fenomeno dello streaming, capace di risuonare profondamente con un pubblico che, nel pieno della pandemia, conosceva bene il significato di incertezza e claustrofobia.

Il trailer di Greenland: Migration

Ecco il trailer ufficiale con sottotitoli in italiano, grazie a MovieDigger:

Il trailer di Greenland: Migration si apre proprio su questa eredità. Sono passati cinque anni. La famiglia Garrity, insieme ad altri sopravvissuti, è rintanata in un bunker sotterraneo. La polvere si è posata, ma il mondo esterno rimane un inferno inabitabile, un paesaggio avvelenato e ostile.

Vediamo un John Garrity più stanco, più segnato, che tenta di convincere la moglie Allison (interpretata ancora dalla bravissima Morena Baccarin) e un figlio Nathan ormai adolescente (con il volto del talentuoso Roman Griffin Davis di Jojo Rabbit) che quella vita sotterranea è la "nuova normalità". È una stasi precaria, un'esistenza sospesa tra il trauma del passato e l'assenza di un futuro.

Ma la speranza, anche nel mondo post-apocalittico, è un'erbaccia tenace. Una trasmissione intermittente parla di un'enclave di sopravvissuti, un'oasi sorta in un enorme cratere nel sud della Francia, un luogo che si dice abbia resistito all'impatto distruttivo della cometa.

È l'inizio di un nuovo, pericoloso esodo. Il titolo stesso, Migration, è una dichiarazione d'intenti. Il film non sarà più una fuga statica verso un singolo punto di salvezza, ma un viaggio itinerante attraverso un continente devastato.

Questa scelta narrativa apre a scenari potenzialmente ancora più ricchi e terrificanti. Il pericolo non arriverà più solo dal cielo, ma dalla terra stessa: dalle insidie di un ambiente mutato, dalla scarsità di risorse e, quasi certamente, dalla disperazione degli altri esseri umani.

Perché anche questo secondo capitolo è imperdibile

Il sodalizio tra Gerard Butler e il regista Ric Roman Waugh si è consolidato come una garanzia per un certo tipo di cinema d'azione: grintoso, fisico e ancorato a un eroismo "dalla porta accanto".

Butler eccelle nel ritrarre uomini comuni spinti a compiere atti straordinari, personaggi il cui superpotere non è la forza bruta, ma una resilienza incrollabile.

Il suo John Garrity incarna perfettamente questo archetipo. Non è un soldato d'élite, ma un uomo che usa il suo ingegno e la sua determinazione per proteggere ciò che ama. Ci aspettiamo che Migration spinga questo personaggio verso nuovi limiti fisici ed etici, un vero leader che si confronta con il peso del comando e con le scelte morali, soprattutto quando sente che la sopravvivenza di molti dipende da lui.

Quando esce?

Con una data di uscita fissata per l'inizio del 2026, Greenland: Migration si preannuncia come uno degli eventi cinematografici più attesi, non solo per gli amanti del genere catastrofico, ma per chiunque apprezzi un racconto di sopravvivenza che sappia parlare al cuore.

La domanda non è più se la famiglia Garrity riuscirà a salvarsi, ma se, in un mondo che ha perso tutto, riuscirà a rimanere umana.

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