27 Sep, 2025 - 13:35

È uscito il primo singolo postumo di Ozzy Osbourne, un omaggio alla sua eredità musicale

È uscito il primo singolo postumo di Ozzy Osbourne, un omaggio alla sua eredità musicale

A due mesi dal silenzio che ha avvolto il mondo del rock con la sua scomparsa, la voce del Principe delle Tenebre è tornata a tuonare, più potente che mai.

È stata pubblicata ieri, venerdì 26 settembre, la prima opera postuma di Ozzy Osbourne: una cover monumentale di "War Pigs", l'inno antimilitarista che i Black Sabbath diedero al mondo nel 1970.

Ma questa non è una semplice operazione discografica. È un testamento, forgiato nel fuoco dell'heavy metal insieme ai Judas Priest. Scopriamo i dettagli.

Il primo brano postumo di Ozzy Osbourne, in collaborazione con i Judas Priest

Questa collaborazione a dir poco storica, che vede due delle più grandi icone del genere unire le forze su un brano leggendario, affonda le sue radici in un'amicizia decennale e in un profondo rispetto reciproco.

L'idea, come rivelato in un comunicato stampa, è nata da un progetto inizialmente pensato come un tributo video.

I Judas Priest avrebbero dovuto unirsi ai Black Sabbath per la loro ultima, storica esibizione a luglio, ma impegni concomitanti hanno reso purtroppo impossibile la loro partecipazione.

Quel rammarico, acuito dalla tragica scomparsa di Ozzy il 22 luglio all'età di 76 anni, si è trasformato in un'urgenza creativa: onorare l'amico e la sua eredità nel modo più potente possibile, attraverso la musica.

Il risultato è una versione di "War Pigs" che trasuda storia e passione. Le voci di Ozzy Osbourne e Rob Halford si intrecciano e si alternano, un duetto sognato per decenni dai fan di tutto il mondo, ora divenuto una toccante e potente realtà.

Sentire la voce di Ozzy, registrata prima della sua morte, scatenarsi ancora una volta su quelle liriche profetiche, è un'esperienza che scuote nel profondo.

Coinvolgendo Ozzy e Sharon Osbourne, i Judas Priest hanno trasformato il tributo in un singolo di beneficenza, con tutti i proventi destinati alla Glenn Tipton Parkinson's Foundation e a Cure Parkinson's.

La scelta della causa non è casuale. Il chitarrista dei Judas Priest, Glenn Tipton, combatte da anni la sua battaglia contro il morbo di Parkinson, una malattia che ha colpito anche Ozzy negli ultimi anni della sua vita.

Nonostante la sua condizione, Tipton ha voluto contribuire con le sue inconfondibili parti di chitarra, rendendo il brano un simbolo di resilienza. Questa cover non è solo un omaggio a un'icona scomparsa, ma un atto di solidarietà verso un fratello che ancora combatte e non si arrende.

Le parole strazianti su Ozzy di Rob Halford

L'uscita del singolo riaccende i riflettori sul dolore ancora fresco per la perdita di una leggenda. In una recente, commovente intervista, Rob Halford aveva descritto con parole strazianti la sua reazione alla notizia della morte di Ozzy. "Ho semplicemente riattaccato il telefono nella mia stanza d'albergo... e mi sono rannicchiato su me stesso e ho pianto a dirotto per ore", aveva confessato. "Ancora non riesco a crederci. Sono ancora in lutto come tante altre persone".

Quel lutto, Halford lo ha portato sul palco, trasformandolo in arte. Durante i concerti successivi alla scomparsa di Ozzy, i Judas Priest hanno dedicato all'amico il brano "Giants in the Sky", un omaggio alle leggende che non moriranno mai, già scritto in onore di icone come Lemmy Kilmister e Ronnie James Dio.

Ma il ricordo di Halford va oltre l'artista e parla di un ritratto intimo dell'uomo dietro il mito. "Ozzy diceva sempre: 'Facciamo festa. Facciamo rock and roll. Divertiamoci'", ha raccontato. "Ogni volta che facevamo concerti insieme, mi chiedeva sempre: 'Ti sei divertito?'. Era l'incarnazione della gentilezza".

Questa pubblicazione postuma, quindi, chiude un cerchio. È il tributo che i Judas Priest non hanno potuto fare dal vivo, è l'ultima, ruggente testimonianza di un artista immortale, ed è un faro di speranza nella lotta contro una malattia spietata.

La voce del Principe delle Tenebre si è spenta, ma il suo urlo, grazie ai suoi amici, continuerà a combattere.

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