L'attore, celebrato a livello mondiale per la sua camaleontica interpretazione in Oppenheimer, torna a esplorare i territori a lui più congeniali: quelli dell'animo umano sotto pressione.
Lo fa con Steve, un nuovo, intenso film per Netflix che lo riunisce a una squadra creativa con cui condivide un profondo legame artistico e personale.
In una recente conversazione, durante un podcast, Murphy ha offerto uno sguardo intimo su questo progetto, un'opera che, come molte delle sue scelte migliori, si confronta con il dolore, la responsabilità e il tempo che scorre inesorabile.
Durante l'intervista Murphy ha ammesso: "Devo dire che è stato uno dei personaggi più rivelatori e terrificanti che abbia mai interpretato, perché è stato scritto appositamente per me da Max, ma credo che contenesse anche parecchio di lui… Ci sono elementi che, sai, mi sembrano privi di accento"
Il film è un adattamento del romanzo Shire di Max Porter, un autore con cui Murphy ha costruito un sodalizio quasi simbiotico. "Questo è il nostro terzo lavoro insieme", ha spiegato l'attore, ricordando un precedente adattamento teatrale e un cortometraggio. "Siamo anche molto, molto amici".
La genialità dell'adattamento, curato dallo stesso Porter, è stata quella di non seguire pedissequamente il romanzo, ma di "ruotarlo", raccontando la storia dal punto di vista di Steve, il preside di una scuola per ragazzi difficili, e intrecciandola con le vicende di Shy, uno dei suoi studenti, protagonista del libro originale.
Il risultato è un dramma teso e claustrofobico che si svolge nell'arco di sole 24 ore, quasi trent'anni fa, in una scuola maschile descritta come "l'ultima possibilità" per i suoi allievi.
Murphy interpreta Steve, un preside ed educatore consumato dal suo lavoro. "È oberato di lavoro, sottopagato, in uno stato di costante esaurimento", lo descrive l'attore, dipingendo l'immagine di un uomo perennemente in deficit di tempo, budget e sonno, alimentato a caffeina e Nicorette. "È un ottimo leader e un ottimo insegnante, ma non ha le risorse necessarie. E in realtà non si prende cura di sé come essere umano".
È proprio questa esplorazione della psiche umana sotto un'immensa pressione che affascina Murphy da sempre. "Adoro vedere la psiche umana messa sotto un'immensa pressione", ha confessato. "Penso che sia questo a creare un dramma davvero, davvero interessante".
Che si tratti di un gangster tormentato in Peaky Blinders o di uno scienziato che porta il peso del mondo sulle spalle, i suoi personaggi sono spesso uomini in lotta contro il tempo, che cercano disperatamente di mantenere il controllo prima che tutto sfugga loro di mano.
In Steve, questa lotta è duplice. Da un lato, c'è la pressione quotidiana di gestire una scuola piena di ragazzi "esclusi, che probabilmente non hanno una vera vita familiare", come li descrive Murphy, ragazzi che "hanno bisogno di essere visti".
Dall'altro, c'è il crollo interiore che Steve condivide, inconsapevolmente, con il giovane Shy. "Sono in un certo senso due facce della stessa medaglia", ha spiegato Murphy. "Orbitano l'uno attorno all'altro, e si prendono davvero cura l'uno dell'altra, ma per qualche motivo non riescono a raggiungersi o a salvarsi a vicenda".
Questa incapacità di comunicare, di superare le barriere del proprio dolore per connettersi con l'altro, è la parte più straziante del film. "Se solo riuscissero a comunicare e a parlarsi sinceramente, forse avrebbero una possibilità. Ma entrambi non ci riescono".
Nel corso del film, ci sono elementi thriller, e anche un po' horror. Questa trasformazione stilistica rispecchia il deterioramento psicologico dei protagonisti: mentre Shy sprofonda nella sua depressione, Steve precipita in uno stato alterato, un viaggio che il film si impegna a rappresentare visivamente.
Steve esce il 3 Ottobre su Netflix e si preannuncia quindi come un'opera complessa e stratificata, un film che, come suggerisce lo stesso Murphy, "rivela di più, quanto più gli si dà".
È un ritorno alle atmosfere intime e psicologicamente intense che hanno sempre caratterizzato le scelte più coraggiose dell'attore.