30 Sep, 2025 - 17:41

Chi era e come è morto Renato Casaro? Biografia e vita privata del maestro "pittore" dei Western

Chi era e come è morto Renato Casaro? Biografia e vita privata del maestro "pittore" dei Western

Lui era "l'ultimo pittore del grande schermo." Un nome e letteralmente un manifesto per gli amanti del settore. È morto Renato Casaro, maestro dell'illustrazione cinematografica.

Nato a Treviso il 26 ottobre 1935, lo hanno conosciuto a livello internazionale per le sue locandine, i poster abbinati ai grandi cult usciti tra gli anni '60 e '90.

Ha firmato immagini che hanno fatto la storia e per registi iconici come Sergio Leone, Quentin Tarantino e Francis Ford Coppola.

Una delle sue specialità era l'illustrazione di locandine per film western. La sua arte, ai tempi, ha viaggiato da Cinecittà a Hollywood facendo breccia nel cuore di tutti gli spettatori e dei critici che ancora oggi lo ricordano come uno dei più grandi nel suo settore.

Renato Casaro: la causa della morte e la malattia

Il maestro delle illustrazioni da western e cinema d'avventura si è spento nella notte tra il 29 e il 30 settembre 2025 all'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dove era ricoverato a causa di una broncopolmonite. Aveva 89 anni. Negli ultimi tempi, le sue condizioni di salute pare fossero peggiorate.

Renato Casaro, la vita privata: moglie e figli

Renato Casaro non era solo. Lascia un vuoto nel cuore dei colleghi del mondo dello spettacolo, nell'arte, ma anche e soprattutto nella vita di coloro che gli sono sempre stati accanto. Era sposato e aveva tre figli.

Viveva nella campagna trevigiana e, nonostante il successo della sua arte e la possibilità sempre presente di poter girare il mondo e scegliere con libertà di stabilirsi in luoghi sempre differenti, Renato è rimasto vicino alla sua terra, legato a Treviso anche negli ultimi giorni della sua vita.

La carriera e che locandine dei film ha fatto Renato Casaro

Casaro ha iniziato a lavorare fin da giovanissimo. La sua carriera prende piede a soli 17 anni, quando realizza le sue prime locandine per il cinema Garibaldi di Treviso.

A 18 anni si trasferisce a Roma, lavora come volontario nello Studio Favalli e pochi anni dopo apre il proprio studio a Cinecittà nel 1955, da cui partono manifesti immortali per film leggendari come “C'era una volta in America”, “Rambo II”, “Conan il barbaro”, “Balla coi lupi” e molti altri.

Ha realizzato in vita sua più di mille locandine e oggi viene riconosciuto come l'ultimo dei grandi cartellonisti. Viene omaggiato nei musei, elogiato dai critici italiani e all'estero e le sue opere vengono esposte in diverse mostre in tutto il mondo.

Le sue opere hanno il pregio di essere facilmente riconducibile alla tradizione pittorica italiana. È stata così amata la sua arte proprio per le immagini suggestive, evocative, ma soprattutto riconoscibili a livello internazionale. Proprio per queste caratteristiche, più volte lo hanno chiamato "il pittore del cinema."

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