Mentre i fan di tutto il mondo si preparano con un misto di trepidazione e malinconia all'arrivo della quinta e ultima stagione di Stranger Things, prevista per novembre, l'attenzione è già proiettata su ciò che verrà dopo.
La fine di un'era per la banda di Hawkins non significa la fine dell'universo narrativo che ha catturato l'immaginazione di milioni di persone.
In una recente e attesissima intervista con Variety, i creatori della serie, Matt e Ross Duffer, hanno finalmente alzato il velo sul futuro del franchise, e hanno comunicato alcuni dettagli importanti sullo spin-off live-action in fase di sviluppo e chiarendo la loro visione: non un'espansione, ma una ripartenza.
La rivelazione più importante, e forse la più rassicurante per chi temeva una semplice operazione commerciale, è la filosofia creativa che guiderà il nuovo progetto. I fratelli Duffer hanno messo in chiaro che il loro approccio si discosterà nettamente da modelli come quello di Star Wars, dove l'universo si espande in continuazione arricchendo una mitologia preesistente.
"Non funziona proprio così per noi", hanno spiegato, sottolineando come un'eccessiva aderenza al canone esistente li farebbe sentire "troppo limitati".
La loro parola d'ordine è "tabula rasa". Lo spin-off partirà da un foglio bianco, con l'intenzione di introdurre "nuovi personaggi" e nuove dinamiche per evitare di "impigliarsi in nodi canonici".
Come ha specificato Matt Duffer, il nucleo tematico rimarrà fedele allo spirito originale, "bambini, avventure, fantascienza/fantasy", ma il contesto sarà radicalmente diverso. "Vivremo in un mondo un po' diverso", ha aggiunto Ross, "Ci sarà un tessuto connettivo, ma in un certo senso si tratta quasi di un'antologia".
Queste parole sembrano confermare le precedenti intuizioni di Finn Wolfhard (interprete di Mike Wheeler), che aveva spiazzato i Duffer prevedendo correttamente i loro piani e descrivendo il potenziale spin-off come qualcosa di simile a Twin Peaks di David Lynch, con un formato antologico.
L'idea è quella di preservare l'atmosfera e il genere che hanno reso Stranger Things un fenomeno culturale, ma applicandoli a una storia e a protagonisti completamente nuovi, liberando così la narrazione dal peso di dover servire personaggi e trame ormai giunti alla loro conclusione.
Ma quale sarà, allora, il "tessuto connettivo" tra la serie madre e il suo successore? Sebbene i Duffer mantengano il massimo riserbo, è quasi certo che l'elemento di collegamento sarà il Sottosopra.
I creatori hanno già confermato che la quinta stagione svelerà finalmente la natura di questa misteriosa e terrificante dimensione, ma ciò non esclude che ci sia ancora molto da esplorare.
Il Sottosopra potrebbe quindi fungere da collante tematico, un'arena soprannaturale in cui si muoveranno nuovi eroi, affrontando nuove minacce e svelando altri angoli oscuri di quel mondo parallelo.
È importante notare che questo progetto live-action non è l'unica espansione in cantiere. Il franchise si sta allargando anche nel mondo dell'animazione con Stranger Things: Tales From '85, una serie spin-off ambientata tra la seconda e la terza stagione, il cui primo episodio ha debuttato con successo al Festival di Annecy e la cui uscita è prevista per il 2026.
Ma è bene specificare che percorso verso il nuovo capitolo live-action non è privo di complessità. I fratelli Duffer, pur rimanendo "fortemente coinvolti a livello creativo" e aiutando a gestire il progetto, non ne saranno gli showrunner.
Questa decisione è legata anche al loro nuovo e importante accordo con la Paramount Pictures, che li vedrà impegnati nella produzione e regia di film per il grande schermo. Questo distacco operativo, unito alla necessità di concludere la serie principale, ha rallentato lo sviluppo dello spin-off.
E proprio su questo punto emerge una nota di urgenza. I Duffer hanno ammesso con una certa ironia che la pazienza di Netflix, finora "sorprendente", si sta "un po' assottigliando".
Con l'avvicinarsi del gran finale, è logico che la piattaforma di streaming voglia battere il ferro finché è caldo, evitando un vuoto troppo lungo che potrebbe far scemare l'interesse del pubblico.