C’è chi l’ha presa come una gaffe, chi come una trovata di marketing personale, e chi – più semplicemente – come l’ennesima prova che dai palazzi di Bruxelles non arriva più un briciolo di pudore.
Ma il gesto di Christine Lagarde al mercato di Firenze, immortalata mentre sorrideva toccando la verdura tra le bancarelle e parlando dell'aumento dei prezzi, è molto più di un episodio pittoresco.
È la rappresentazione plastica di un’Europa che ha perso il contatto con la realtà. Un’Europa che, come un cetriolo, è lunga, verde, e pronta a essere infilata – metaforicamente e politicamente – dove fa più male: nel portafoglio e nella libertà dei cittadini.
++Bce, #Lagarde in visita a sorpresa al mercato Sant'Ambrogio di #Firenze: "Ho controllato i prezzi del cibo molto attentamente e sì, sono aumentati, ma molto meno rispetto a due anni fa. Ora sono ancora in aumento e sono più alti dell'inflazione media che abbiamo", ha detto la… pic.twitter.com/Xq86sFK2wQ
— Class CNBC (@classcnbc) October 28, 2025
Tra meme e indignazione, l’immagine della presidente della Banca Centrale Europea ha fatto il giro del mondo. Mentre Lagarde sorride spensierata al mercato, l’inflazione dilaga in mezza Europa, le famiglie faticano a pagare mutui al 6%, e le imprese chiudono a ritmo industriale.
Tra le tante verdure, abbiamo scelto dunque di concentrarsi sul cetriolo, come metafora. Uno strumento ortofrutticolo diventato simbolo politico di un’Europa che impone austerità travestite da politiche di stabilità.
Ogni volta che la BCE alza i tassi, milioni di cittadini vengono metaforicamente “penetrati” da un sistema che premia i colossi finanziari e punisce i lavoratori.
E Lagarde, col suo sorriso imperturbabile e l'ortaggio brandito come scettro, incarna perfettamente questo distacco dalla realtà popolare. Un gesto che sembra quasi un atto di sincerità involontaria: un lapsus fotografico dell’élite europea.
La scena di Firenze è avvenuta in un contesto già esplosivo. Mentre in Italia si discute del caro vita e dei tagli alla spesa pubblica imposti dai parametri europei, Bruxelles continua a imporre direttive sempre più restrittive.
La Lagarde, da anni accusata di fare la politica dei banchieri tedeschi e olandesi, non si è mai curata di apparire “prossima” ai cittadini. Ora, però, brandendo gli ortaggi, sembra proprio rivendicare un potere simbolico e arrogante: “Siamo noi a decidere quanto dolore dovete sopportare”.
E mentre i Mercati (quelli finanziari) applaudono, gli Stati membri restano prigionieri di una gabbia economica che non permette crescita né indipendenza.
L’Europa del 2025 è un continente burocratizzato, dove la democrazia è un simulacro e la sovranità un ricordo.
Ogni nuovo pacchetto di “riforme strutturali” è un nuovo cetriolo infilato nelle tasche dei cittadini, sempre più poveri, sempre più arrabbiati, e sempre più impotenti davanti alla tecnocrazia del denaro.
Non è un caso che in molti abbiano definito la scena di Firenze “l’immagine dell’anno”. Perché in quell’istante, Lagarde non rappresentava solo se stessa, ma l’intero apparato europeo: sorridente, impassibile, convinta di agire per il bene comune, mentre in realtà produce disastri sociali.
È l’immagine di un’élite che predica austerità ma viaggia in jet privati; che parla di equità ma salva solo le banche; che si finge ambientalista ma affama i lavoratori con tasse “verdi” che solo i ricchi possono permettersi.
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