Brandon Lee in una scena de Il Corvo. George Clooney ha raccontato che proprio la morte del suo amico lo ha spinto a rispettare scrupolosamente i protocolli di sicurezza sul set dei suoi film[/caption]Come riporta l’Hollywood Reporter, Clooney, intervenuto al podcast di Marc Maron WTF, ha raccontato il legame che lo univa a Brandon Lee e quanto la sua morte abbia influenzato il suo modo di rapportarsi all’utilizzo delle armi da fuoco sui set in cui lavora.Mio cugino Miguel doveva essere il testimone di nozze di Brandon, ha dichiarato Clooney. Giocavamo a basket e uscivamo insieme tre volte a settimana, e parlavamo di come Il Corvo sarebbe stato il film che l’avrebbe lanciato, ricorda l’attore e regista.Quello che è capitato a Lee ha spinto Clooney a rispettare scrupolosamente i protocolli di sicurezza in merito all’utilizzo di armi nel cinema. Ogni volta che sul set mi viene data una pistola io apro il caricatore, lo faccio vedere alla persona verso cui la sto puntando e la mostro al resto della troupe. Dopo la morte di Brandon – spiega Clooney – questo procedimento fu chiarissimo per me: aprire la pistola, guardare dentro la canna e nel cilindro e, dopo ogni singola scena, riconsegnare la pistola all’armaiolo sul set. Perché è vero che si tratta di dolorose tragedie, ma sono anche provocate da una serie di stupidi errori.Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
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