12 Jan, 2022 - 17:27

Regole scuola covid, i presidi: "E' caos, stiamo esplodendo"

Regole scuola covid, i presidi: "E' caos, stiamo esplodendo"

Regole scuola covid, presidi in confusione. I nuovi protocolli sono complicati da applicare. E' quanto denuncia Attilio Fratta, presidente di DirigentiScuola, intervenuto ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Regole scuola covid

 E’ difficile applicare queste regole del governo –ha affermato Fratta-. E’ quello che ho detto anche al Ministro. I casi ci sono, è inutile nasconderli, l’obiettivo del governo è di non ricorrere alla dad generalizzata. Le nuove regole le conosciamo, il problema è che è difficile applicarle. Ad esempio, mi ha chiamato un dirigente stamattina dicendo: ho 40 classi, come faccio a controllare uno per uno? Quando stanno tutti in classe, se c’è un contagio, che faccio mando tutti a casa? Così come hanno fatto per i docenti, ci vuole una piattaforma in modo che il dirigente veda qual è la situazione degli studenti della sua scuola e la mattina va in ufficio e già sa che deve fare. Invece così, lo sa a metà mattinata se c’è un positivo e poi cosa fa li manda a casa a metà mattinata?

Piattaforma e problema privacy

"Il software c’è -ha spiegato Fratta-, solo che non riusciamo a risolvere il problema della privacy perché trattandosi di minori c’è il problema. Sabato mattina si fa l’incontro con i capi dipartimento, il dottor Greco dice: nel primo pomeriggio mando le disposizioni alle scuole, ma se le mandi sabato, come fanno i dirigenti a convocare il personale? O queste norme si emanavano 3-4 giorni prima, oppure si rinvia la riapertura, si organizza la piattaforma e allora poi riapri. Tu non puoi lanciare il razzo quando non è pronto niente. Siamo in pieno caos. Il problema è che si ammalano anche i docenti, alcuni dirigenti stanno facendo addirittura le chiamate dirette. I dirigenti stanno esplodendo. Con tutto il rispetto per la privacy e per il garante, non riesco a capire perché in questo Paese in cui siamo tutti sotto controllo minuto per minuto, ci facciamo il problema della privacy su queste cose".

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