05 May, 2022 - 15:25

Sanzioni Russia, l’UE divisa sull’embargo energetico

Sanzioni Russia, l’UE divisa sull’embargo energetico
In Europa si discute ancora del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia presentato dalla Commissione europea. Il motivo principale è il non aver riscontrato il favore di tutti i 27 Paesi membri del Consiglio. Il tema principale è la decisione sull’embargo al petrolio russo e ad un’intesa di difficile raggiungimento nel breve periodo. Fino a questo momento i ventisette Stati Ue nelle sanzioni avevano trovato un accordo unanime, in particolare sull'esclusione di tutte le banche russe dallo swift e sull'embargo al carbone. Più le sanzioni si sono fatte pesanti, e di conseguenza le ripercussioni sull'economia europea maggiori, più l'Unione ha vacillato nelle sue decisioni.

La posizione dei paesi membri sulle sanzioni alla Russia

L'Ue si divide tra chi è favore a un embargo immediato e totale dell'energia russa, come tra l'altro vorrebbe il Parlamento europeo. Nel dettaglio in prima linea ci sono i Paesi Baltici come Estonia, Lettonia e Lituania ma anche Irlanda, Polonia e Bulgaria. Paesi come Spagna, Francia e Italia sono rimasti per il momento aperti a ogni ipotesi. Il nostro paese, nel dettaglio, preferirebbe all'embargo un tetto ai prezzi che eviterebbe una carenza della fornitura energetica. Altra posizione delicata è rappresentata da paesi come Germania e Austria che hanno oggi aperto a un taglio dell'import del petrolio russo ma, come nel caso della Germania, con la richiesta di un periodo di transizione. Arriviamo ora a quei paesi totalmente contrari a questo inasprimento di misure su Mosca. Ungheria e la Slovacchia respingono da settimane qualsiasi embargo: né petrolio, né gas. L’Unione Europea quindi sembra più che divisa quando si parla di energia ed impatto economico sul territorio.

Le prime reazioni

A parlare durante la plenaria alla Commissione Europea è stata in prima battuta la presidente Ursula Von Der Leyen: Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato. Vogliamo che l’Ucraina vinca questa guerra ha detto ieri mattina.Dunque l’unità europea non c’è. È anche per questo che il presidente del Consiglio Draghi, nel suo discorso di martedì all’europarlamento, aveva parlato di federalismo pragmatico, spingendosi a parlare di revisione dei Trattati per adeguare le istituzioni europee dove non sono all’altezza.
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Redazione Tag24
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