Il 18 maggio 2021 moriva
Franco Battiato, maestro e filosofo animato da una costante ricerca interiore, che in oltre 50 anni di carriera, è stato uno degli autori più grandi e rivoluzionari della musica italiana.Gli italiani hanno ascoltato per l'ultima volta la sua voce durante Sanremo 2020, grazie a Colapesce e Dimartino che hanno interpretato "Povera Patria",dando spazio alla voce del Maestro che ha sempre svolto un ruolo di affettuoso nume tutelare per le nuove generazioni di artisti siciliani.È stato un anno ricco di omaggi che non sono riusciti a colmare il senso di vuoto lasciato da un personaggio unico, che sapeva praticare l'arte della canzone pop con linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l'opera.
Franco Battiato, uomo libero e intellettuale
Ha sempre guardato la società e il mondo da un punto di vista personale e originale, molto spesso in anticipo sui tempi.
Franco Battiato ha lasciato un'eredità straordinaria in termini artistici ed etici:Il suo è stato un percorso unico e di assoluta avanguardia, in cui, sempre all’insegna della contaminazione e della creatività, ha spaziato tra vari generi:dalla musica pop che il suo genio ha ridisegnato, alla musica colta.Dall’inizio di carriera col primo album
‘Fetus’, fino a
‘La Voce del Padrone’, ha scardinato le regole del gioco ottenendo sempre un grande successo con brani che hanno fatto la storia della canzone del nostro Paese, come:
‘La Cura’,
‘L’era del cinghiale bianco’,
‘Centro di gravità permanente’, ‘
Cuccurucucù’.
Un'intelligenza raffinata e arguta che manca al Paese, come mancano il suo umorismo e la sua libertà di pensiero.