Andrea Piazzolla, l'assistente-tuttofare di Gina Lollobrigida rischia di essere processato per la terza volta per circonvenzione d'incapace e riciclaggio. I 130mila euro intascati per la cessione dell'auto da collezione della diva sarebbero stati poi investiti dal suo assistente in altre attività imprenditoriali.
Nuovi guai per Andrea Piazzolla, assistente di Gina Lollobrigida. Il pm Laura Condemi ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini all'ex factotum della diva del cinema italiano. Da quanto si legge in alcuni stralci della nota della procura, Andrea Piazzolla avrebbe approfittato della "vulnerabilità, suggestionabilità e conseguente indebolimento della corretta percezione della realtà" da parte della Lollobrigida. Questo per prendere possesso di un'auto come la Jaguar F-Type Project 7, una vettura sportiva di lusso prodotta in edizione limitata, un vero e proprio pezzo da collezione che, stando alla ricostruzione della procura, Piazzolla avrebbe venduto per 130mila euro.
La vicenda della macchina si incastra in un complicato scenario che vede l'assistente della Lollobrigida già a processo per circonvenzione di incapace, per fatti riscontrati dal tribunale che vanno dal 2013 al 2018 quando, a detta dei giudici, Piazzolla avrebbe sottratto all'attrice contanti e beni per un valore complessivo stimato di circa 3 milioni di euro.
A questi, si dovrebbero aggiungere anche 300mila euro in vari cimeli, quadri e suppellettili, portati via alla diva. La vendita del Jaguar sarebbe avvenuta nella seconda metà del 2018, pochi mesi prima che il tribunale affidasse il patrimonio della diva a un giudice tutelare, individuato in Eleonora Lombardi, con lo scopo di preservarne l'integrità.
Nell'avviso di chiusura delle indagini della procura di Roma relativo alla vendita della Jaguar, i magistrati rilevano anche che dagli accertamenti condotti dal nucleo di polizia economica-finanziaria di Roma sarebbero emersi elementi che farebbero supporre che Piazzolla avrebbe trasferito il denaro proveniente dalla vendita in attività economiche e imprenditoriali, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza. Per questa ragione viene contestato all'assistente di Gina Lollobrigida anche il reato di autoriciclaggio.
Nonostante il tribunale contesti diversi reati ad Andrea Piazzolla, l'attrice, oggi 95enne ha sempre nutrito massima stima nel suo assistente. La Lollobrigida conosce Andrea Piazzolla nel 2009, quando aveva appena 21 anni.
Originario della periferia romana di Tor de' Cenci inizia a frequentare la villa della diva sull'Appia Antica, cercando di soddisfare ogni richiesta di Gina e la sua ascesa è stata fulminea. Una volta entrato nelle grazie dell'attrice, Piazzolla diventa manager indiscusso dei suoi averi e proprio da quella posizione, secondo il tribunale, avrebbe effettuato alcuni movimenti sospetti con cui avrebbe acquistato beni di lusso del valore di svariati milioni di euro.
Secondo la Procura di Roma, avrebbe sfruttato lo stato di vulnerabilità psichica dell'anziana diva per allontanarla dai parenti e depredare il suo patrimonio, che si arricchisce ogni anno di 100mila euro, tra pensione e diritti d'autore.
Nel Maggio 2020 Piazzolla è finito nuovamente a giudizio per aver portato via dalla casa della Lollobrigida quadri, cimeli e arredi, per poi metterli all’asta con la complicità di un ristoratore romano, Antonio Salvi. Tra questi vi era anche "Venere e Amore", un dipinto di scuola francese della fine del ’700.
Per giustificarsi, le aveva detto che i beni sarebbero stati spostati in un’altra abitazione in vista di lavori di ristrutturazione della villa. L’affare, però, non era andato a buon fine grazie all’intervento della Finanza, che da tempo seguiva i movimenti del giovane, il quale, in qualità di "consulente, convivente e uomo di fiducia" della diva e unico suo punto di riferimento con il mondo esterno, avrebbe agito con un'abilità fuori dal comune.
Non gli sono bastati però, i milioni di euro che aveva già ricavato nel corso degli anni, ora Piazzolla rischia di finire per la terza volta a giudizio per circonvenzione d'incapace. Secondo la Procura, il 34enne ha indotto l'attrice a compiere atti a lei pregiudizievoli, consistenti nella vendita dell’autovettura Jaguar, modello F-Type Project 7, a un prezzo di 130mila euro, per poi farsi accreditare il denaro sul suo conto corrente.