13 Jul, 2022 - 14:38

Il 29enne assassino di Niccolò Ciatti è scappato. Il padre della vittima: "i nostri timori, le nostre paure si sono avverate"

Il 29enne assassino di Niccolò Ciatti è scappato. Il padre della vittima: "i nostri timori, le nostre paure si sono avverate"

L'assassino di Niccolò Ciatti, Rassoul Bissoultanov, è scappato. Il 29enne condannato a 15 anni per la morte del giovane non si è presentato davanti al Tribunale spagnolo dove era fissata l'udienza per la carcerazione. Il giudice ha emesso un mandato di cattura internazionale.

Si sono perse le tracce di Rassoul Bissoultanov, il 29enne ceceno condannato a 15 anni di reclusione in Spagna per la morte di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci, in provincia di Firenze che venne pestato senza alcun motivo la notte tra l'11 e il 12 Agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trovava in vacanza con alcuni amici.

Il condannato per omicidio volontario non si è presentato questa mattina davanti al Tribunale spagnolo di Girona dove era fissata l'udienza per la carcerazione, al fine di calcolare la rideterminazione della reclusione dopo essere stato in prigione già quattro anni.

Infatti in Spagna, con la notifica della sentenza di primo grado, il condannato riceve anche la fissazione dell'udienza di carcerazione in cui si discute della misura da applicare in attesa dell'appello. Nel frattempo il condannato resta di fatto in stato di libertà. 

L'incontro con il giudice, per il caso Ciatti era fissato questa mattina alle 10:30, ma dopo aver preso atto della irreperibilità di Bissoultanov, il giudice ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale. In attesa della carcerazione, Bissoultanov era sottoposto all'obbligo di firma settimanale presso la polizia giudiziaria. L'ultima firma del ceceno risale a Mercoledì 6 Luglio, come risultera anche a Luigi Ciatti, padre di Niccolò.

L'assassino di Niccolò Ciatti, condannato a 15 anni, è scappato

Il verdetto di condanna era stato emesso dalla giuria popolare del Tribunale di Girona lo sorso 3 Giugno, ma la sentenza che infligge i 15 anni di carcere è stata depositata solo un mese dopo, più precisamente il 5 Luglio dal giudice togato, a cui spettava determinare la pena per il ceceno.

Il giorno seguente Bissoultanov si è recato in caserma per firmare il registro e subito dopo sarebbe scappato, molto probabilmente lasciando la Spagna.

Durante le udienze del processo, il procuratore Victor Pillado aveva chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata. L'entità della pena da applicare oscillava tra i 15 e i 25 anni secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo per l'omicidio volontario di una persona indifesa.

La famiglia Ciatti, tramite l'avvocato Agnese Usai, ha fatto sapere di avere impugnato la sentenza e a giorni verrà depositato il ricorso per reclamare una pena maggiore per il condannato la cui scadenza è fissata al 20 Luglio.

Dopo la notizia che Bissoultanov, l'assassino di Niccolò Ciatti, era scappato è arrivato il commento di Luigi Ciatti, padre di Niccolò: 

virgolette
Dire che sono indignato è poco, dire che sono arrabbiato è altrettanto poco e forse arrabbiato non è nemmeno il verbo che vorrei usare. I nostri timori, le nostre paure si sono avverate. Lo abbiamo detto in mille modi: attenti quello scappa. Mio figlio è stato ucciso senza un motivo, a sangue freddo, mentre ballava da un uomo che non è certo un bravo ragazzo, ha detto Luigi Ciatti. In questa vicenda il solo condannato vero è Niccolò, perchè il suo assassino è ancora libero. Spero che il giudice spagnolo abbia una coscienza e si renda conto del suo comportamento. Tra il verdetto della giuria popolare e la sentenza che ha inflitto la pena è passato più di un mese! Ma come si fa? È chiaro che un assassino in queste condizioni cerca di farla franca, e così è successo.

"Di fronte a questa giustizia non paga nessuno, anzi paga solo mio figlio, ha aggiunto Luigi Ciatti, noi continueremo a chiedere giustizia per Niccolò. Noi andiamo avanti, possiamo solo pregare e sperare che ci sia una giustizia da qualche parte".

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Valentina Todaro
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