04 Aug, 2022 - 11:51

Arrestato il sindaco di Roccaforzata accusato di concussione e induzione indebita

Arrestato il sindaco di Roccaforzata accusato di concussione e induzione indebita

Arrestato Roberto Iacca, il sindaco di Roccaforzata in provincia di Taranto per tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, incendio e indebita percezione del reddito di cittadinanza. Insieme a lui anche un 59enne con precedenti penali che gestiva le scelte amministrative del comune.

All’alba di oggi, Giovedì 4 Agosto, la Squadra Mobile di Taranto ha posto agli arresti domiciliari un 59enne con precedenti e il sindaco di Roccaforzata, comune della provincia jonica, Roberto Iacca, di 41 anni, eletto nel Maggio 2019 e a capo di una coalizione di centrosinistra. Insieme a lui altri 5 indagati che sono ritenuti i presunti responsabili dei reati di tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, incendio e indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

L'ordinanza è stata firmata dal Gip Giovanni Caroli su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del sostituto procuratore Francesco Ciardo.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto, hanno preso il via quando i poliziotti hanno raccolto indizi su una presunta trattativa, relativa all’assegnazione di appalti pubblici, tra il sindaco e un’azienda locale, che si sarebbe potuta aggiudicare i lavori grazie all’intercessione di un amico comune, il 59enne appunto.
Gli accertamenti successivi avrebbero fatto emergere l’esistenza di una costante presenza nella vita comunale del 59enne, peraltro pregiudicato e orbitante in circuiti criminali di alto profilo.

L'uomo, infatti, sarebbe stato capace di manovrare le scelte politico-amministrative dell’ente comunale della provincia di Taranto, con un apparente rapporto simbiotico con il sindaco, tanto da aver causato intolleranza nei dipendenti comunali ed in alcuni consiglieri comunali che mal avrebbero sopportato la sua presenza costante presso quegli uffici. 

Il 59enne e uno dei cinque indagati a piede libero sarebbero presunti responsabili anche del reato di incendio, accusati di aver dato fuoco all’auto di un consigliere comunale, reo di essersi opposto politicamente al primo cittadino e di aver criticato il rapporto con il pregiudicato.

Arrestato sindaco Roccaforzata: le accuse

Gli investigatori ritengono che questo rapporto, peraltro noto già in occasione della tornata elettorale, fosse basato su sospetti interessi economici", infatti diversi sarebbero i flussi di denaro registrati da società agganciate al 59enne in favore della società del sindaco ovvero assunzioni fittizie presso quella società di familiari del socio.

Inoltre, il 59enne sarebbe stato coinvolto in qualsiasi decisione amministrativa che potesse avere una qualunque utilità economica, inducendo ripetutamente il sindaco a strumentalizzare la propria carica ed i propri poteri per far ottenere al primo diverse utilità.

A supportare questa ipotesi alcuni episodi come la tentata induzione indebita di due imprenditori per la realizzazione dei lavori pubblici di ristrutturazione di un campanile del valore di 50mila euro già approvato con una determina. Il 59enne, in questo caso avrebbe fatto da intermediario e il sindaco avrebbe fornito agli imprenditori le informazioni necessarie per essere invitati formalmente alla contrattazione, facendo visionare preventivamente il progetto già approvato e cercando di ottenere come contropartita la promessa dell’assunzione nell’azienda di un soggetto. 

Tentata concussione e induzione indebita

I due sarebbero anche responsabili di tentata concussione per aver rappresentato e tentato di costringere un uomo, interessato alla gestione del campo sportivo, ad affidare gli spazi pubblicitari al 59enne.

Altra ipotesi di tentata concussione, non realizzata per il rifiuto della vittima, sarebbe ravvisabile nella gestione del parco pubblico della città a fronte di un canone mensile a patto che, le attrezzature necessarie per la ristrutturazione sarebbero dovute essere fornite dal 59enne.

Infine, sarebbero anche responsabili del reato di induzione indebita per aver indotto il responsabile commerciale di un’azienda appaltatrice della raccolta rifiuti, ora indagato, ad assumere il figlio della compagna del 59enne con un contratto a lavoro parziale e indeterminato. 

Il 59enne e un altro indagato a piede libero sarebbero inoltre responsabili anche del reato di indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

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Valentina Todaro
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