È stato ritenuto colpevole di "inimicizia contro Dio" in Iran, e per questo giustiziato tramite impiccagione: la magistratura della Repubblica islamica ha annunciato la prima condanna a morte di un rivoltoso. Si tratta del 23enne Mohsen Shekar, arrestato durante le proteste dello scorso 25 settembre con le accuse di di aver provocato disordini, bloccando anche una strada, di aver estratto un'arma con l'intenzione di uccidere e di aver ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio. Secondo la magistratura iraniana, l'udienza si sarebbe tenuta il 10 novembre e l'imputato avrebbe confessato di essere il responsabile.
Secondo i media statali, citati dalla Bbc, Shekar è stato impiccato questa mattina, giovedì 8 dicembre, dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario. Era accusato di essere un "rivoltoso", per aver bloccato una strada principale a Teheran e ferito con un coltello un membro delle forze paramilitari Basij.
Ma questo è solo l'inizio dell'opera repressiva del regime: secondo Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights con sede in Norvegia, le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente. Questo accadrà a meno che le autorità iraniane non vengano messe di fronte a "rapide conseguenze pratiche a livello internazionale".
Sono 11 le persone condannate a morte finora per le proteste iniziate a metà settembre. Lo ha annunciato la magistratura iraniana. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso per i manifestanti era stata la morte di Mahsa Amini, tenuta sotto custodia dalla polizia morale per aver indossato il velo in modo scorretto.
Le proteste, con le donne in testa, si sono estese a 160 città in tutte le 31 province del Paese, sancendo di fatto una delle sfide più serie per la Repubblica islamica dalla rivoluzione del 1979. I leader iraniani hanno ordinato alle forze di sicurezza di "affrontare con decisione" le "rivolte", a detta loro istigate dai nemici stranieri del Paese. Finora sono almeno 475 i manifestanti uccisi e 18.240 quelli arrestati, secondo le stime dell'agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani Hrana.