Il neo ministro degli Esteri della Cina Qin Gang non ci sta e, nel suo discorso a margine della sessione annuale del parlamento, rigetta al mittente le accuse di aver fornito armi alle parti coinvolte nella guerra in Ucraina. Un vero e proprio botta e risposta a distanza quello tra il ministro, alla sua prima apparizione mediatica in assoluto, e il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price, che nei giorni scorsi aveva paventato l'ipotesi che la Cina stesse considerando l'invio di armi alla Russia.
Durante il suo primo briefing con i media a margine dei lavori parlamentari annuali, Qin Gang ha fatto riferimento ad "una mano invisibile" che sembra alimentare il perdurare della crisi. Crisi che, a detta del Paese asiatico, non viene certo mitigata dalle tensioni provocate dagli Stati Uniti e dai loro alleati. La Cina, dal canto suo, intrattiene con Mosca relazioni che costituiscono un "faro di forza e stabilità".
Nel tracciare la rotta dell'agenda di politica estera cinese per i prossimi anni, Qin Gang si è rivolto ancora agli Stati Uniti, con un consiglio che sa di ammonimento.
Proprio gli Usa sono accusati dal ministro degli Esteri di avere una "percezione distorta della Cina" e di "usare la competizione tra le due grandi economie per bloccare i due Paesi in un gioco a somma zero".
Per supportare la sua tesi relativa ai rapporti tra le due potenze, Qin Gang cita il caso dell'incidente del pallone aerostatico che il mese scorso è stato avvistato nei cieli statunitensi. Abbattuto dagli Usa al largo delle coste sud-orientali, il pallone aveva causato delle tensioni: l'accusa del ministro è di una "presunzione di colpevolezza" nei confronti della Cina, un "incidente diplomatico che poteva essere evitato", con una reazione statunitense giudicata "eccessiva".
Ampio spazio alla questione di Taiwan, considerata "il fulcro degli interessi centrali della Cina, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata".
Il neoministro degli Esteri ha assicurato che "continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale".