"Varie categorie di visti" saranno nuovamente rilasciate dalla Cina ai visitatori stranieri a partire da domani, mercoledì 15 marzo, segnando lo stop ad una delle ultime restrizioni anti Covid del Paese asiatico. Lo conferma l'ambasciata cinese a Washington. L'ambasciata ha inoltre chiarito come i visti rilasciati prima del marzo 2020, quando a Pechino furono chiusi i confini, torneranno a essere validi.
Si tratta di un'ulteriore allentamento dell'aspra politica "zero Covid" attuata in Cina durante la pandemia: solo alla fine del 2022 il Paese aveva cominciato ad abbassare la guardia, anche a seguito delle numerose proteste dei cittadini, anche per le difficoltà di accesso dei residenti al cibo, alle cure mediche e ai servizi di base. A gennaio 2023 era arrivata la revoca dell'obbligo di quarantena per i viaggiatori provenienti dall'estero, rimasto in vigore per più di tre anni. Contestualmente a questo annuncio, era arrivata la conferma della liberazione di coloro che erano stati arrestati dal 2020 in poi per aver violato le restrizioni contro il Coronavirus.
La nuova politica consentirà i viaggi senza visto per coloro che arrivano su navi da crociera a Shanghai, oltre che per alcuni gruppi turistici dalle regioni di Hong Kong, Macao e dai Paesi del raggruppamento regionale dell'Asean. L'avviso sottolinea come il provvedimento "faciliterà ulteriormente lo scambio di personale cinese e straniero".
Prima di isolarsi per contenere i contagi, la Cina era uno dei Paesi più visitati al mondo: 65,7 milioni di visitatori internazionali hanno circolato a Pechino e dintorni soltanto nel 2019, come confermano i dati dell'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite.
Un provvedimento, quello stabilito dalle autorità cinesi, che arriva proprio tre anni dopo il primo utilizzo del termine "pandemia" relativamente al Covid-19. Era l'11 marzo 2020 quando, in conferenza stampa, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus si espresse sul virus diffusosi dalla Cina in numerosi Paesi.
Dopo oltre 676 milioni di casi accertati e quasi 7 milioni di vittime, si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel.
Proprio sulle misure prese dalla Cina per contenere i contagi è intervenuto il nuovo premier cinese Li Qiang. Il fedelissimo di Xi Jinping, fresco di terza nomina a presidente del Paese asiatico, era a capo del Pcc di Shanghai durante il severo lockdown della città tra aprile e maggio 2022.
In risposta a chi gli chiedeva delucidazioni sulla gestione della pandemia, Li ha sottolineato come il popolo cinese sia rimasto unito nella lotta al Covid fino a raggiungere "una decisiva vittoria".
Il premier ha anche ricordato come, dopo i progressivi allentamenti a partire dallo scorso dicembre, ci sono voluti "solo due mesi" per il ritorno alla normalità. Nessuna menzione all'ondata di contagi e decessi che ha colpito la Cina tra fine 2022 e inizio 2023, parzialmente celata dalle autorità attraverso il cambio di rotta nelle comunicazioni delle vittime.