L'indagine sulle plusvalenze della Juventus si arricchisce di un nuovo fascicolo con lo scambio tra Spinazzola e Luca Pellegrini che è finito al vaglio degli inquirenti. La Procura di Roma, infatti, sotto guida del sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta, ha ricevuto, nei giorni scorsi, gli atti prodotti dai colleghi di Torino. L'attenzione, come detto, è tutta quanta per lo scambio che, nell'estate del 2019, avvenne tra la stessa Juventus e la Roma, che ha permesso, ad entrambe le società, di registrare delle plusvalenze nei rispettivi bilanci.
A destare i dubbi non sono tanto i contratti e le valutazioni che vennero date ai giocatori, con Leonardo Spinazzola che venne pagato dalla Roma ben 29,5 milioni di euro, mentre Luca Pellegrini costò ai bianconeri 22 milioni, quanto più le intercettazioni tra i dirigenti della Juventus, fatte dalla Guardia di Finanza il 22 luglio 2021. In particolare, sotto la lente d'ingrandimento, sono finite le conversazioni tra l'attuale responsabile dell'area tecnica della Juve Federico Cherubini, all'epoca braccio destro di Fabio Paratici, e l'ex direttore finanziario Stefano Bertola.
"È stato il mio oggetto di discussione con Fabio tante volte, perché io dicevo, è vero che oggi faremo meno 40 ma così facendo io so già che andiamo dal Presidente, diciamo che non si può fa. Fermiamo questa emorragia, cioè, hai attivato una modalità lecita ma l'hai spinta troppo, perché poi hai creato". Bertola replica: "Un fuori giri!" e Cherubini ribatte e conferma, "hai fatto un fuori giri! È una coda lunghissima...e che ti ha portato a fare delle operazioni, che altrimenti in un contesto di normalità non puoi fare, Spinazzola-Pellegrini non puoi farlo!".
Interrogato dagli inquirenti, Paratici ha fornito una spiegazione differente alle sue parole, spiegando come le espressioni "modalità lecita spinta troppo" e "fuori giri", fosse in riferimento si alla macchina Juventus, ma nello specifico all'aspetto tecnico dei giocatori in questione. In particolare la "paura" di Paratici fosse che Spinazzola potesse incorrere in un infortunio. Su tutto questo, però, sta lavorando la Procura di Roma, che, come anche quelle di Genova, Bergamo, Bologna e Udine, ha ricevuto una mole decisamente ampia di materiale dai colleghi piemontesi.