Matteo Renzi rimette insieme i cocci di Italia Viva. Il partito sua espressione, infatti, ha ufficialmente rotto con Azione dicendo addio al sogno di un partito unico di centro liberale e riformista. Ognuno andrà avanti per sé, forse nella presunzione di poter – in solitudine – continuare a lavorare per questo nuovo soggetto politico. Ma ad oggi bisogna constatare che il centro è debole e diviso. Non esiste. Ma parlavamo di Renzi: il Sentore si è sfogato, oggi, a margine di un incontro di Confindustria giovani. Le sue parole:
L’ex Presidente del Consiglio ha rincarato la dose, stasera, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica. Sempre su come sono andate a finire le cose con Calenda, Renzi ha detto:
Ogni occasione è buona per prendersela con Calenda. Tant’è che alle sollecitazioni di Porro, Renzi ha avuto modo di criticare l’ormai ex compagno di federazione per la sua uscita – da taluni considerata infelice – su Silvio Berlusconi. Arrivata proprio mentre il Cavaliere era ricoverato in terapia intensiva al San Raffaele. Anche Renzi si è unito al coro di critica:
Cos’è successo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda ormai è cosa nota. I leader di Italia Viva ed Azione hanno messo fine al progetto, iniziato lo scorso agosto quando hanno deciso di federare i soggetti politici, del partito unico del Terzo Polo. Il motivo iniziale sembrava essere legato al nuovo incarico di Renzi che, da qualche giorno, è diventato direttore di un quotidiano nazionale. Ma a questo si sono aggiunti altri problemi ben più grandi – dicono da Azione – ovvero la non disponibilità di Renzi di chiudere Italia Viva. Calenda, oggi, ha rimarcato il concetto con queste parole:
Il Matteo Renzi che verrà, quello senza Carlo Calenda, sembra essere un leader perfettamente a suo agio nella duplice veste di politico ed operatore dell’informazione. Ospite da Porro ha vestito i panni del politico ed ha avuto parole di riguardo anche per gli altri colleghi e le altre colleghe dell’opposizione: Conte è populista, mentre sicuramente la Schlein è massimalista. Il mondo dell’opposizione parlamentare, ora, è ancora più frammentato di prima.