La Siria è ufficilamente stata riammessa a far parte dei paesi della Lega Araba, l'organizzazione internazionale intergovernativa dove siedono gli stati della penisola araba e del Nordafrica. La nazione guidata dal presidente Bashar al Assad era stata sospesa 12 anni fa, dopo le repressioni violente perpetuate ai danni di manifestanti e oppositori. I fatti risalgono al novembre 2011, poco prima che scoppiasse una delle guerre civili più sanguinose dell'ultimo secolo con migliaia di morti e milioni di sfollati. Al momento della sua esclusione, in Siria iniziavano a prender piede in modo sempre più forte le proteste da parte degli oppositori al regime di Damasco, che puntualmente venivano represse con la forza.
I rapporti tra la Siria e molti paesi della Lega Araba non sono cambiati, ma rispetto alla congiuntura storica precedente allo scoppio del conflitto civile sono mutate le alleanze in campo. A votare per la riammissione sono stati 22 paesi dell'area panaraba, ma il peso maggiore nelle trattative per la riammissione lo hanno avuto le differenti condizioni di due paesi di peso: Iran e Arabia Saudita. Inoltre, molti altri fattori di cambiamento hanno influito sul voto: primo fra tutti il governo di Assad è rimasto in piedi contro ogni previsione e nonostante la guerra civile. Il cammino per la riammissione è però iniziato già da tempo. Ad aprile un esponente del governo saudita aveva fatto visita nel paese dopo 10 anni dall'inizio del conflitto, ma sono mesi e mesi che si va avanti con le trattative. L'elenco dei paesi che hanno ripreso le relazioni diplomatiche con Assad è poi cresciuto notevolmente dopo il violento terremoto che ha colpito al confine con la Turchia. Tra questi anche Barhein e Tunisia.
Siria Lega Araba. Si ritiene che il sisma del 6 febbraio abbia ucciso solo in Turchia 9 milioni di persone, di cui 4 milioni sono minori. In quella occasione numerosi camion di aiuti umanitari entrarono in Siria, ma molti altri furono bloccati. O almeno, questa è la denuncia di Amnesty International che dichiara: "Tra il 9 e il 22 febbraio il governo siriano ha bloccato almeno 100 camion diretti ai quartieri a maggioranza curda di Aleppo contenenti cibo, medicinali, tende e altri aiuti di prima necessità destinati alle popolazioni colpite dai terremoti" si legge sul comunicato diffuso dall'Organizzazione per i diritti umani. Ciò, secondo Amnesty, sarebbe avvenuto in molte zone del paese come ad Aleppo o Afrin.