Ci sono le riforme costituzionali al centro dell’agenda politica ed è come un film già visto: la maggioranza che vuole porsi come l’esecutivo che cambierà l’Italia, l’opposizione che vuole salvare l’Italia da chi vuole rovinarla. Ma il nostro paese non ha una grande tradizione in termini di riforme. Quella più strutturale – la Renzi-Boschi – non è passata. Altre hanno effetti, per taluni discutibili, ancora oggi. Pensiamo alla riforma del titolo V e a quella del taglio dei parlamentari che ci ha portati, dritti, alla prima legislatura con camere semivuote (quella in essere). Questo gioco delle parti si è declinato nelle ore addietro poiché il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato i gruppi di opposizione per raccogliere pareri e sentori ma senza transigere sui suoi obiettivi: Presidenzialismo ed Autonomia su tutti.
Il governo andrà avanti, o almeno ci proverà. Lo ha fatto capire anche Maria Elisabetta Casellati, Ministro delle Riforme e la Semplificazione, che è intervenuta sull’edizione odierna del Corriere della Sera. Le sue parole:
Casellati, quindi, si dice ottimista e pensa già ai tecnicismi di una delle due riforme, quella per l’elezione diretta del capo dello stato: premierato o semipresidenzialismo alla francese? Il suo commento:
L’atteggiamento della Ministra non sembra essere quello di chi è pronto ad ignorare tutto e tutti pur di andare a dama. Tant’è che non esclude una bicamerale:
Giorgia Meloni potrebbe trovare alleati tra i banchi dell’opposizione. Matteo Renzi, uno che la Costituzione ha provato pure a cambiarla, è pronto a farsi alleato ma solo qualora si andasse verso il premierato:
Così, il leader di Italia Viva, alla Stampa. Non l’elezione del Capo dello Stato, quindi, ma del Premier. È, niente più niente meno, che la proposta veicolata dal Terzo Polo in occasione della campagna per le Politiche: il Sindaco d’Italia. Sempre Matteo Renzi su questo tema: