Questo pomeriggio, durante la conferenza stampa di Luciano Spalletti, in tanti si sono chiesti "Ma chi è Bereszyński". Sicuramente è una domanda non da addetti ai lavori o da appassionati del Napoli, ma per chi non conosce a menadito tutta la rosa dei campioni d'Italia sarà balenato in testa il pensare a chi fosse questo difensore con poco minutaggio. Arrivato per dare fiato ai suoi compagni il terzino polacco ha avuto poco minutaggio e, dunque, poco tempo per dimostrare la propria affidabilità. Eppure, esattamente come Osimhen e Kvaratschelia, anche lui può forgiarsi del Tricolore cucito sul petto.
Accolto a braccia aperte dal compagno di nazionale Piotr Zielinski, che sa bene chi è Bereszyński, ha avuto una bella accoglienza nella compagine partenopea. Ha sempre messo il massimo in allenamento ma non ha avuto spazio anche a seguito delle prestazione di Giovanni Di Lorenzo da una parte e di Mario Rui dall'altra. Ora, per i festeggiamenti finali, c'è spazio per tutti e al Brianteo di Monza sarà la sua volta, il momento in cui potrà dimostrare di che pasta è fatto al proprio tifo.
Una piccola parentesi quest'anno non fortunata in Coppa Italia contro la Cremonese, quando agli ottavi di finali della competizioni il Napoli, trascinato fino ai rigori, ha visto la porta sbattuta in faccia dai grigiorossi. Partecipe di quella sfida proprio lo stesso Bereszyński, che ora vuole riscattarsi dall'eliminazione con una prestazione degna di nota. Così Spalletti ha annunciato l'impiego del polacco dal primo minuto: Secondo me è bene fare le cose correttamente. Dare a turno un po’ di spazio a chi non ha giocato precedentemente. Se ne sceglie due o tre a partite poi contro l’Inter si farà un ragionamento differente perché è giusto così e si arriva all’ultima partita. Gioca Bereszynski perchè Di Lorenzo la regge una situazione così.
Il terzino polacco arriva in Italia grazie al lavoro della Sampdoria, che lo porta sotto la Lanterna nel gennaio del 2017, quando Bereszyński è nel cuore della carriera con i suoi 24 anni sulle spalle. Marco Giampaolo, l'allora allenatore dei blucerchiati, lo impiega subito. Da lì la fascia destra del Luigi Ferraris di Genova è sua e nessuno gliela toglie per molto tempo. Grazie alla Sampdoria viene notato anche dalla Nazionale polacca, che lo punta e lo chiama nei mondiali in Qatar nel 2022.
Proprio la vetrina qatariota diventa la rampa di lancio per arrivare alle pendici del Vesuvio. Ora è pronto per essere incoronato campione d'Italia in appena sei mesi di permanenza. L'occhio di Cristiano Giuntoli è stato rapido a portarlo a Napoli e ora, all'U-Power Stadium, arriva l'opportunità che aspettava da tempo. Pochi minuti, per carità, ma negli annali di Napoli e nei cuori dei napoletani, seppur per una minuscola percentuale, c'è anche il suo nome inciso dappertutto, il nome di un giocatore campione d'Italia.