Napoli, le parole di Luciano Spalletti al Premio Bulgarelli. - Con l'aritmetica dello scudetto ormai da diversi giorni, il Napoli può tranquillamente programmare il futuro e pensare a un progetto a lungo termine. La squadra campana è infatti ormai con la testa al prossimo anno e in campionato sta lasciando spazio ormai a chi ha giocato meno. La dimostrazione è l'ultima sfida di Monza. Il Napoli ha infatti perso per 2-0 contro i padroni di casa con gol di Dany Mota e l'ex Andrea Petagna. Futuro e programmazione che fanno rima con Luciano Spalletti, perché il club sta adesso trattando con l'allenatore per il prossimo anno. Nonostante ciò, Spalletti non si è ancora sbilanciato sul suo futuro, rimandando sempre la decisione alla società. Spalletti lo ha fatto anche durante l'ultima intervista al Premio Bulgarelli, vinto proprio dall'allenatore azzurro.
Presente a Bologna alla cerimonia del Premio Bulgarelli di cui è stato insignito, Luciano Spalletti ha risposto ad alcune domande dei giornalisti nel post cerimonia e un giorno dopo la sconfitta di Monza (QUI la cronaca e il tabellino). Spalletti ha inizialmente parlato dei festeggiamenti dello scudetto: "Napoli ha insegnato come festeggiare uno scudetto, ha insegnato come far partecipare tutti alla gioia di un'altra squadra. La gioia non ha confine". L'allenatore azzurro all'arrivo in platea è stato protagonista di un simpatico siparietto con l'arbitro Orsato, sedendosi accanto a lui e scattando una foto con tanto di abbraccio. Sul palco poi le sue parole di ringraziamento soprattutto per i suoi giocatori: "I miei calciatori si sono impegnati, hanno fatto tutto benissimo, dando gran disponibilità in allenamento e in partita. Hanno dimostrato quell'attaccamento alla maglia, una cosa in cui Giacomo Bulgarelli era maestro assoluto".
Spalletti ha poi risposto a una domanda di Fabio Capello, presente lì in qualità di presidente della giuria, che gli ha chiesto quando si è accorto di avere una squadra per lo scudetto. "Quando si va a mettere mano in modo pesante dentro una squadra come è successo, bisogna sostituire i calciatori forti con altrettanti calciatori forti. Ci sono i video, le notizie, i compagni di squadra: così prendiamo delle informazioni sui calciatori. Magari erano sconosciuti per qualcuno, ma ci sono i video, ci si informa, ormai si arriva ovunque. La parte maggiore del lavoro ovviamente l'ha fatta il direttore Giuntoli e il suo staff, che han grande qualità in questo. Poi si vanno a collocare questi calciatori nei ruoli carenti. Un'altra caratteristica che serve a un allenatore è avere la convinzione sempre di avere a che fare con dei calciatori forti, quello è fondamentale".
Spalletti ha poi proseguito. "Poi ci siamo messi a lavorare con massima disciplina e con la massima disponibilità di tempo, ma poi è sempre il tempo che dedichi a una cosa che fa la differenza. E io gliel'ho dedicato tutto! Per cui poi, piano piano, si riesce a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso da parte dei calciatori. E poi non è mai una partita sola. Ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. Gli infortuni. È un lavorare in maniera seria che porta poi al processo finale che è il risultato".
Infine, al termine della cerimonia e delle interviste, Spalletti è stato avvicinato da alcuni tifosi. Questi gli hanno chiesto del suo futuro e delle intenzioni, con Spalletti che ha risposto come ha già fatto altre volte: "Se resto? Questo lo deve dire la società, ma questo l'ho già detto non è una novità". Un futuro dunque ancora da vedere, con Spalletti e la società che lavoreranno alla ricerca di un accordo nelle prossime settimane.