L'Organizzazione Meteorologica Mondiale lancia un allarme sul fronte del riscaldamento globale: tra il 2023 e il 2027 l'aumento della temperatura supererà gli 1,5 gradi frequentemente. Questo non significa che un tale incremento delle temperature sarà stabile, ma che sicuramente che il nostro pianeta è sulla buona strada per sforare quel limite di sicurezza che gli esperti avevano segnalato come punto di non ritorno.
Un aumento definitivo dei gradi oltre gli 1,5 significherebbe infatti guai seri per la vita della Terra: i meteorologici non paventano ancora questa situazione, ma avvisano che per la prima volta nella storia l'aumento della temperatura potrebbe arrivare temporaneamente anche a +1,8 gradi.
A fare chiarezza sui pericoli più prossimi ai quali Terra sarà esposta è il segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), Petteri Taalas, il quale commenta:
Va detto che la WMO riconosce tra le cause prime di tale, spropositato aumento della temperatura nei prossimi anni anche la presenza di El Nino. Questa etichetta identifica un fenomeno climatico periodico, che conduce ad una rapida e impotente impennata delle temperatura nell'Oceano Pacifico, con conseguenze anche catastrofiche per l'ecosistema.
Certo è che l'uomo non può lavarsene le mani. A questa "causa naturale" dell'improvviso innalzamento delle temperature si aggiunge anche il disastroso apporto dei gasi serra. Petteri Taalas è chiarissimo sulla spartizione delle colpe rispetto questo nuovo passo del riscaldamento globale:
Il segretario generale della WMO mette anche in guardia a proposito delle ricadute che questo aumento delle temperature porterà con sè:
La zona più esposta alle variazioni dei delicati equilibri terrestri è sicuramente l'Artico. Lì la temperatura dovrebbe aumentare anche tre volte più velocemente di quanto fatto nel lasso di tempo che va dal 1991 al 2000. Il dato è preoccupante: l'Artico possiede un ecosistema complesso e fragile, le cui caratteristiche lo espongono come vittima privilegiata del riscaldamento globale.
Altre conseguenze importanti si avranno sul fronte delle precipitazioni: le piogge aumenteranno in Sahel, Nord Europa, Alaska e in Siberia. Al contrario, le zone del bacino amazzonico e alcune parti dell'Australia dovranno sopravvivere con una quantità di pioggia inferiore a quella degli anni passati.