Edoardo Bove si chiama "cane malato" per un motivo che accomuna tutta la Roma: la voglia di vincere, la rabbia e la bava alla bocca. Nella gara della Bayarena di ieri il dato distintivo della Roma di José Mourinho è emerso in tutta la sua prepotenza. Il tecnico portoghese ha eletto un vero e proprio muro per contrastare le avanzate dei vari Azmoun e Diaby. La diga giallorossa, con i ragazzi che passeranno alla storia come gli eroi di Leverkusen, ha retto per oltre novanta minuti. Wirtz ingabbiato da Mancini e Matic, contenute le avanzate di Frimpong, sgusciato alla difesa della Roma solo una volta. In questo modo la compagine giallorossa conquista la finale di Europa League il 31 maggio a Budapest. Ora, sul cammino dei tifosi romanisti, c'è il Siviglia, regina dell'Europa League.
Inevitabile pensare che una corona cadrà. Come nel più classico dell'aut aut, o cederà il Siviglia, vera e propria regina della competizione, o cadrà José Mourinho, che non ha perso neanche una delle cinque finali europee che ha giocato fino a questo momento: due con il Porto, una con l'Inter, una con il Manchester United e una con la Roma, l'anno scorso. O cadrà il Siviglia alla settima finale europea o cederà Mourinho. Una corona cadrà, così come uno scettro.
In questo regno mourinhano ci sono gli scagnozzi, i prescelti e gli animali da combattimento. Caratteristica tipica delle squadre dell'allenatore lusitano è quella di avere alcuni giocatori capaci di dare il fritto, magari non eccelsi tecnicamente ma che per tattica o per abnegazione risultano essere tra i migliori in campo. E' il caso di Edoardo Bove, pescato dalla Primavera quasi casualmente e valorizzato "in toto" dal tecnico portoghese, che rilancia così le prestazioni di un giovane che, tra andata e ritorno, ha deciso una semifinale di Europa League con un gol all'andata subito dai tedeschi. Il soprannome "cane malato", dato da Mourinho, è ormai un marchio inscalfibile.
In questi giorni, alla luce delle prestazioni del giovane centrocampista, tra i tifosi della Roma gira il soprannome di Edoardo Bove: "cane malato". Più corretto, probabilmente, è dire "cane rabbioso", l'animale con la bava alla bocca che corre da una parte all'altra pronto ad azzannare chiunque, senza fare alcuna distinzione. Lo stesso Bove, nel freddo giovedì di Europa League, si è evoluto non in uno ma in ben due "cani malati", con la rabbia negli occhi e la voglia di emergere davanti a tutti.
A questo punto il ragazzo si candida per una maglia da titolare anche in vista della finale di Budapest il 31 maggio. Al momento andrebbe vicino a Nemanja Matic, centrocampista che ha dimostrato tutta la sua completezza all'andata e al ritorno della sfida contro il Bayer Leverkusen. Sarebbe una consacrazione per questo ragazzo che ormai da tempo cerca affermazione a livello nazionale. Magari in futuro potrebbe arrivare una chiamata di Roberto Mancini. In fondo, anche da "cane malato", potrebbe tornare utile alla causa degli Azzurri.