Chiara Colosimo è la nuova Presidente della Commissione Antimafia. Il Parlamento ha aperto oggi i lavori commissariali e come primo atto è stata decretata la presidenza che, come da proclami delle settimane addietro, è stata affidata alla rappresentante di Fratelli d’Italia. Investita del ruolo, quest’oggi, in virtù dei 29 voti espressi in suo favore. La Commissione consta di 34 rappresentanza ma 5 di queste, appartenenti al Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle, hanno deciso di abbandonare l’aula e non prendere parte alla votazione. Una forma di protesta contro la decisione, presa dalla maggioranza, di indicare Colosimo quale Presidente di Commissione.
Ma come mai tante proteste contro la nomina di Chiara Colosimo Presidente della Commissione Antimafia? Tutto ha avuto inizio qualche settimana fa quando tramite una lettera aperta, pubblicata per mezzo stampa, i familiari delle vittime di un ex NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) hanno espresso la loro contrarietà circa l’ipotesi di una elezione di Chiara Colosimo. Il personaggio a cui fanno riferimento i firmatari della lettera è Luigi Ciavardini. Classe 1962 è un terrorista italiano esponente del gruppo neofascista NAR. È stato, tra le altre cose, giudicato quale coesecutore materiale della Strage di Bologna del 1980.
L’accusa, quindi, è chiara: Chiara Colosimo – deputata di Fratelli d’Italia – avrebbe legami d’amicizia con il terrorista Luigi Ciavardini e, in virtù di questo, non avrebbe il profilo giusto per ricoprire il ruolo di Presidente della Commissione Antimafia. A difendersi dalle accuse è la diretta interessata che, come riporta l’agenzia AGI, ha rispedito tutto al mittente:
A difendere Chiara Colosimo è intervenuto anche il suo partito di riferimento, Fratelli d’Italia, per mezzo dei suoi esponenti parlamentari. Giovanni Donzelli ha detto che:
Tutto questo non frena gli impeti d’opposizione che, come detto, addirittura non hanno partecipato alla votazione odierna. A partecipato, invece, il Terzo Polo che ne approfitta per criticare il modus operandi di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Così il deputato Enrico Costa:
Ma l’asse giallorosso non arretra e reitera la sua contrarietà. Particolarmente piccato è Franco Mirabelli. L’esponente dem, che fa parte della commissione antimafia, ha scritto su Facebook: